Matteo Salvini e la pericolosa deriva morale di colpevolizzare le vittime

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matteo salvini
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Matteo Salvini, attraverso i suoi profili social, ha espresso pubblicamente un concetto breve e chiaro: “La morte di una persona è sempre una tragedia e la giustizia dovrà fare il proprio corso. Questo dramma, però, è la conseguenza di un crimine: se l’uomo che ha perso la vita non fosse stato un delinquente, non sarebbe finita così.” Il suo pensiero è a commento del caso di Viareggio, attualmente in primo piano nelle cronache italiane, in cui una donna derubata della sua borsa, ha inseguito il ladro e lo ha investito, uccidendolo.

La frase è discutibile perché sembra voler portare avanti un sottile tentativo di giustificare il tragico epilogo, ridimensionando la gravità della morte con un giudizio morale sulla vittima.

Lo stupro di una persona è sempre una tragedia ma…

Proviamo a sostituire il soggetto della sua frase con un’altra situazione altrettanto tragica.

Lo stupro di una persona è sempre una tragedia e la giustizia dovrà fare il proprio corso. Questo dramma, però, è la conseguenza di un comportamento sconveniente: se la donna violentata non avesse avuto la minigonna o non fosse stata ubriaca, non sarebbe finita così.

Questa frase, ostentatamente provocatoria, vuole evidenziare il pericolo insito nel ragionamento del politico.

Anche qui c’è un sottile tentativo di voler giustificare l’accaduto insinuando che la vittima, attraverso le sue azioni o le sue scelte, abbia provocato o comunque contribuito allo stupro subìto.

Il parallelismo tra le due affermazioni mette in luce una dinamica profondamente problematica: si può derubricare la morte di una persona, così come lo stupro, in base al comportamento della vittima?

Si può alimentare una cultura in cui la responsabilità del colpevole viene sfumata e quella della vittima amplificata?

Matteo Salvini, ci sono vittime degne e vittime indegne?

Tornando all’esempio dello stupro, che ho provocatoriamente usato perché purtroppo è un argomento sempre troppo presente e sempre troppo caldo, è inaccettabile suggerire che una donna sia in qualche modo responsabile della violenza subita in base al suo abbigliamento o al suo comportamento.

Allo stesso modo, è inaccettabile insinuare che un uomo, solo perché etichettato come “delinquente”, meritasse di morire in quel modo.

Questi ragionamenti sono pericolosi e rischiano di minare i principi di una società che dovrebbe essere equa e civile perché ci insegnano che ci sono vittime degne e vittime indegne.

La giustizia è indivisibile. Se una parte dell’umanità viene trattata ingiustamente, tutta l’umanità è colpita – Martin Luther King Jr.

Non mi stupisco del pensiero di Matteo Salvini perché rispecchia le sue personali idee ma mi stupisco però che lo faccia nel suo ruolo istituzionale perché apre le porte a un’interpretazione della giustizia profondamente pericolosa, in cui il valore della vita umana viene pesato in base ad un concetto di moralità, peraltro stabilita da singoli individui.

La politica, almeno in questo Paese, invece dovrebbe – e aiutatemi a dire dovrebbe – promuovere una visione della giustizia che non conosca eccezioni basate su giudizi morali e personali.

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Studi classici, una laurea in Lettere e Filosofia, e un tesserino dell’Ordine dei Giornalisti. Questo è il CV in estrema sintesi. Ma quello che veramente la descrive è l’amore per la musica, per i libri, il teatro e i viaggi. Ama cucinare le torte e prendersi cura delle sue piante. Odia i calcoli matematici, le percentuali e i problemi di geometria. Ama stare in mezzo alla gente ma ama ancora di più stare con se stessa. Ama la Sicilia, i suoi colori, sapori e tramonti. Ogni volta che la vita le sembra difficile, cerca di raggiungere uno scoglio, si siede e ne parla con il mare.

3 Comments

  1. Articolo purtroppo secondo me fazioso… sto seguendo il vostro giornale da un po’ di tempo e pensavo che la politica ne rimanesse fuori, invece mi sembra che voler dare a tutti i costi un’OPINIONE in questo caso è stato volere esporsi in maniera politica. Mi dispiace aver letto un articolo del genere… non lo commento proprio perché non intendo entrare in polemica sui contenuti.. uno può essere d’accordo o meno, ma francamente si capisce la deriva che chi ha scritto vuole far intuire…

    • Ciao Chiara, grazie per questo tuo commento, per la tua sincerità, che apprezzo davvero. Nessuna deriva politica, credimi. Sono solo opinioni personali che ognuno dei giornalisti de L’Opinione condivide con i lettori, quando le espone. Ho espresso il mio pensiero senza briglie da parte di nessuno e senza indicazioni come forse tu potresti pensare. Ogni articolo ha il proprio punto di vista. Ovviamente tu puoi non essere d’accordo con il mio che però non ha un valore politico, bensì etico. Il mio concetto di etica, naturalmente…

      • Grazie per la tua spiegazione, penso che il confronto sia solamente che utile.
        Prendo atto della tua risposta e la accetto, ma rimango sulle mie idee…

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