Immaginate di essere su un altro pianeta, magari su un mondo ghiacciato che ruota intorno ad una stella lontana. Spinti dalla voglia di scoprire come possa sopravvivere in condizioni così estreme, vi mettete subito alla ricerca di un elemento fondamentale per la vita (perlomeno per come la conosciamo noi): l’acqua. Ma che tipo di acqua potrebbe esistere in questo tipo di realtà? Ebbene, la risposta ad una tale domanda potrebbe essere più esotica di quanto pensiate: ghiaccio plastico VII. No, non è un nome preso da un film di fantascienza, tantomeno l’equivalente “reale” della fantasiosa serie televisiva targata Netflix “The Silent Sea”, ma il risultato di esperimenti scientifici condotti in laboratori super tecnologici qui sulla Terra, i quali hanno dunque portato alla scoperta di un nuovo stato dell’acqua!
La realtà è più strana della finzione, perché la finzione è costretta a seguire le leggi della probabilità – Mark Twain
In cosa consiste il ghiaccio plastico VII?
Sì, avete letto bene. A partire da oggi, l’acqua ha ufficialmente un quarto stato di manifestazione e non ha nulla a che vedere con quelli che abbiamo imparato a conoscere in questi lunghi anni: ghiaccio (stato solido), acqua liquida e di vapore. Al contrario, si parla di un ghiaccio che, pur essendo congelato, presenta comportamenti anomali. In che cosa consiste?
Ebbene, per arrivare a capire cosa sia effettivamente il ghiaccio plastico VII, dobbiamo fare un salto nel cuore di un laboratorio super avanzato, dove scienziati francesi hanno messo alla prova l’acqua con pressioni e temperature talmente al limite che farebbero tremare chiunque di noi. Per formarsi, questo particolare e finora inedito stato dell’acqua ha bisogno di pressioni pari a sei gigapascal (una pressione che è 60.000 volte quella atmosferica sulla Terra) e temperature che arrivano fino a 327 °C. Praticamente, l’acqua deve “stressarsi” tantissimo per diventare qualcosa di mai visto prima.
Ciò che ne vien fuori è un solido le cui molecole d’acqua, tuttavia, sono tutt’altro che statiche. In effetti, stand agli esperimenti, esse si comporterebbero come fossero composte in parte da ghiaccio e in parte da acqua liquida. Della serie, quasi fossero un blocco di ghiaccio che “cammina”! A cosa si deve questo strano, ma a quanto pare vero, comportamento, osservato grazie a una tecnica chiamata diffusione di neutroni quasi-elastici, che ha permesso ai ricercatori di “vedere” i movimenti delle minuscole particelle all’interno del ghiaccio?
Le origini del movimento
In pratica, le molecole in questione non si limitano a stare ferme in un reticolo cristallino come nel ghiaccio tradizionale, ma compiono dei rapidi “salti” di orientamento. In altre parole, siamo davanti a un stato ibrido, che mescola il comportamento solido del ghiaccio con la mobilità tipica dei liquidi. Ma perché tutto questo potrebbe essere importante? Perché il ghiaccio plastico VII potrebbe non essere una curiosità che riguarda solo i laboratori terrestri, ma potrebbe esistere su mondi lontani.
Difatti, gli scienziati ipotizzano che esso potrebbe trovarsi su pianeti ghiacciati come Nettuno o sulle lune di Giove, come Europa, che si pensa siano ricoperte da uno spesso strato di ghiaccio. In questi mondi, le condizioni estreme potrebbero essere perfette per la sua formazione. In fondo, se pensiamo che l’acqua può trovarsi in stati così bizzarri sulla Terra, perché non potrebbe accadere lo stesso su un altro pianeta? Chissà, forse mentre noi ci preoccupiamo di trovare acqua potabile su Marte, qualche lontano esploratore spaziale potrebbe incappare in ghiacci esotici che non abbiamo neanche immaginato!
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