AAA CERCASI, ma cosa? L’Amore, l’Arte, un Angelo? Leggete queste righe e li avrete tutti e tre in un colpo solo. Mi annoia terribilmente definirmi. Cosa faccio? Chi sono? L’Arte cosa fa? Chi è? L’Amore cosa fa? Chi è? Facciamo così, un’Opera d’arte per ogni accezione dell’Amore (ai tempi dei greci), e in ognuna di esse c’è un pezzettino di me (e di te).
In cosa possiamo riscoprire quell’AAA Cercasi che tanto desideriamo?
AGAPE (ἀγάπη)
L’Agape è l’amore incondizionato, altruistico. Non ci aspettiamo nulla in cambio e ci ricorda che, in fin dei conti, l’amore non presenta il conto.

Canova si è ispirato all’iconografia di un affresco di Ercolano raffigurante una baccante abbracciata da un fauno. La scultura coglie l’attimo che precede il bacio di Amore sulle labbra di Psiche. In quello spazio che sta tra le labbra dei due amanti, estremamente vicine ma non ancora congiunte, è condensato un erotismo sottile e raffinato, in simultanea con il gioco degli sguardi che si contemplano lun l’altro con dolce intensità, il tocco delle mani, gli sfioramenti e i contatti romantici dei loro corpi adolescenziali, che rendono visibile un desiderio fremente ma non ancora compiuto. L’equilibrio della composizione, le linee di tensione e il dinamismo spiraliforme ricordano le soluzioni compositive della statuaria classica, veicolate pienamente entro i principi estetici del neoclassicismo.
PHILIA (φιλία)
Condividere, esserci l’uno per l’altro, sostenersi, confidarsi. Gli amici, i pilastri del nostro benessere, della nostra buona salute (mentale). Alle volte, siamo così tanto in sintonia che ci sembra davvero di essere un tutt’uno.

In questo tondo è raffigurato l’abbraccio della ninfa Salmaci con il giovane Ermafrodito, secondo ciò che viene narrato nelle Metamorfosi (Libro IV, 285-388). Rifiutata più volte dal figlio di Ermes e Afrodite, la ninfa prega gli dèi affinché lei divenga tutt’uno con la persona che ama alla follia, sebbene non sia riamata. L’invocazione è accolta e i loro corpi divengono inseparabili, uniti in un unico essere dai caratteri contemporaneamente maschili e femminili.
STORGÉ (στοργή)
Un amore tenero. Quello verso mamma, papà, sorella o fratello…ok, forse i greci lo intendevano un tantino diversamente.

In questa scena il dio degli dèi greci è sedotto da Hera (Giunone), al contempo sua sposa e sorella. Zeus (Giove) incarna il desiderio mutevole di colui che sposta l’attenzione verso più direzioni, tipico di chi è spesso alla ricerca di nuove emozioni per vivere tutte le possibilità e le declinazioni della passione erotica.
I numerosi amori che i poeti greci hanno attribuito a Zeus sono anche rimandi a eventi cosmici e naturalistici. La divinità partecipava all’armonia del creato attraverso i molti incontri erotici con le personificazioni e le forze della natura. Le origini della mitologia greca erano asiatiche, e in Oriente vigeva la poligamia. Questa tradizione entra anche nei racconti delle trasposizioni mitologiche.
EROS (ἔρως)
Ormoni a palla. Ancora più di quelli di Pamela Prati dopo quel famoso “Buona Primavera”. Si tratta di Amore carnale, passionale, occhi negli occhi, bocca su bocca.

Prima del sensuale San Sebastiano (1615 circa) di Guido Reni, che aveva erotizzato e indotto alla sua prima masturbazione il giovane scrittore giapponese Yukio Mishima, altre versioni dei protettori dalla peste avevano attirato l’attenzione di chi ama la sensuale bellezza plastica del corpo maschile e al contempo prova una forte attrazione nei confronti di un’opera d’arte.
HIMEROS (ἵμερος)
Più dell’Eros. Pulsioni, senza freni, vogliosi. Una forma di Amore che ha bisogno di essere appagata…subito!
Nella mitologia greca le storie degli dèi rendono vive tutte le possibilità inerenti alla sessualità. Zeus assapora tutti i frutti del godimento, esperisce le gradazioni del gioco amoroso, sonda le declinazioni delle fantasie umane; oltre che con la sua sposa si congiunge con numerose donne, rapisce Ganimede per amoreggiare con lui nell’Olimpo, attua metamorfosi in forme animali, partorisce Dioniso dalla coscia e Atena dalla testa, e molto altro ancora. Quando giace nel letto con Almena, triplica la durata della notte per dar lungo spazio alle gioie dell’accoppiamento.

Da questa unione verrà concepito Eracle, che a sua volta, più in là nel tempo, non volendo essere da meno del padre, in una sola notte si congiunge con cinquanta fanciulle. Scene erotiche – degli dèi, degli eroi e degli uomini – sono state dipinte sulle coppe attiche, raffigurate sulle pareti dei palazzi e delle case, scolpite o realizzate in terracotta, oltre che tramandate dalle narrazioni orali e trascritte poi sui supporti cartacei. Il registro dell’eros trapela in tutta la letteratura mitologica greca. Qualcuno ha bisogno di un sex toy a portata di mano? Forse un po’ scomodo da trasportare ma di forte, anzi fortissimo, impatto.
MANIA (μανία)
Qualcuno sente odore di Sauvage by Dior nei dintorni? Sei in compagnia del tuo malessere di fiducia. Sai che non fa per te, ma non ne puoi fare a meno. La cara vecchia Britney canterebbe “TOXIC”!

Cosa lega l’eros a Thánatos (personificazione della morte, del male)? Quando Dioniso scende nel mondo dei morti per riscattare sua madre Semele, Ade gli impone di dargli in cambio qualcosa che per lui è molto caro. Dioniso riflette e poi pone nella mano di Ade un ramoscello di mirto. L’etimo greco “myrton” significa sia “bacca del mirto” sia “clitoride”. Il dio del mondo infero accetta perché di mirto si incoronano gli sposi sulla terra ed è la pianta sacra di Afrodite. Volendo essere sensuale al pari di Zeus e Poseidone, il sovrano dell’invisibile intende introdurre nel mondo dei morti la misteriosa forza dell’erotismo, legare indissolubilmente amore e morte, vivere il più sublime enigma del piacere.
PHILAUTIA (φιλαυτία)
Dico sempre “Non c’è mai fine al meglio!”. Una giusta dose di Amor proprio è quello che ci serve per stare bene. Quella dose di Narciso salutare che ci fa apprezzare la nostra immagine nello specchio d’acqua ma che ci impedisce anche di caderci dentro.

Il Narciso di Caravaggio (ma attribuito anche allo Spadarino), chinato verso lo specchio d’acqua che lo rispecchia, si ritrova in una dimensione che lo porta a contemplare intensamente il suo volto, a proiettare una domanda senza risposta. L’artista pone il personaggio entro un formato verticale, che suggerisce un’immagine quasi perfettamente doppia, tanto che capovolgendo la tela l’effetto raddoppierebbe il senso enigmatico che vi è contenuto, in un gioco di letture polisemiche. Narciso è innamorato di se stesso o vede nella specchiatura la proiezione dell’immagine rivelatrice, che ha elaborato nella sua coscienza nel corso del tempo o che abitava dentro la memoria o nel corpo, o che ha ritrovato attraverso una rivelazione inaspettata? Quello che Narciso vede e ama è della stessa natura di quella nube evocativa a cui si è concessa la ninfa Io nel famoso amplesso con Giove?
ANTEROS (αντέρως)
Viviamo nell’era della ricerca della reciprocità. Mente, corpo e anima che trovano di che nutrirsi in un dialogo, in uno scambio. Quello che pensiamo quando facciamo Match, ma che poi si rivela solo un Tinder flop, o forse no…

Correggio raffigura Io sulla riva di un torrente, abbandonata completamente al suo amplesso amoroso, in estasi, in una posa del corpo nudo che pare simile a quella di Psiche che bacia Amore (I secolo a.C.) scolpita nell’Ara Grimani. Nell’angolo inferiore destro della tela colpisce la presenza della testa di cervo, che sembra provenire dal fuori campo, entrata nella scena per abbeverarsi al torrente. Questo espediente suggerisce al contempo un cortocircuito, che non appartiene alla narrazione del soggetto principale, e stimola l’immaginazione dell’osservatore, così che vengano dilatati i confini della narrazione, evocando anche lo spazio che sta al di fuori del quadro. Il trucco ben si collega idealmente con la sostanza vaporosa che giunge da una dimensione non ben definita, sempre mutevole e in divenire, metafora sottile di qualsiasi metamorfosi immaginata dalla fantasia.
La ninfa si concede a Giove o alla sostanza immaginale di una sua fantasia erotica, che va al di là di ogni confine definito e di ogni forma? L’incontro con la nube divina coincide con il piacere di lasciarsi avvolgere dall’indecifrabile o di elevarsi nel soprassostanziale? Accanto ad un occhio che osserva ce n’è uno che immagina.
THÉLEMA (θέλημα)
Lessi is more. Focalizzati sulle tue passioni e i tuoi obiettivi. Vivi in modo autentico, diventa ciò che sei, o creati. Il segreto del vero amore? Essere gentili (prima di tutti, verso se stessi).

Pigmalione prova un’attrazione fatale per la statua che ha appena finito di levigare con le carezze. Che cosa accade in quel determinato istante? Il colpo di fulmine non giunge da uno dei dardi di Zeus. Pigmalione è esemplare portavoce di quella categoria che si invaghisce di un’immagine, simulacro, in questo caso, di bellezza e specchio della dea Afrodite. Per lungo tempo le dorme accanto, le riserba tutte le sue cure, la desidera ardentemente, nella speranza che un giorno si animi per fare l’amore realmente, con lei. E lo sappiamo, no? “I Sogni son desideri di felicità”…
Eros è un gran Dèmone, o Socrate: infatti tutto ciò che è demoniaco è intermedio fra Dio e mortale. Ha il potere di interpretare e di portare agli Dèi le cose che vengono dagli uomini e agli uomini le cose che vengono dagli Dèi: degli uomini le preghiere e i sacrifici, degli Dèi, invece, i comandi e le ricompense dei sacrifici. E stando in mezzo fra gli uni e gli altri, opera un com-pletamento, in modo che il tutto sia ben collegato con sé medesimo – Platone
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