Nel 1888 accadde un fatto che ai più potrebbe suonare strano, ma che, per fortuna, è incredibilmente vero. Bertha Benz, infatti, compì un’impresa che avrebbe cambiato per sempre la storia della mobilità: guidò la prima automobile lungo un percorso di oltre 100 chilometri, dimostrando l’utilità del veicolo creato dal marito, Karl Benz. Tuttavia, il valore del suo gesto va ben oltre la semplice innovazione tecnologica: fu un atto di ribellione agli stereotipi di genere, molti dei quali, purtroppo, persistono ancora oggi.
Una mossa, dunque, che alla luce dei cambiamenti successivi potrebbe essere definita quasi visionaria, dal momento che Bertha sembra aver sognato un futuro diverso ed essersi data da fare per renderlo possibile. Un po’ ciò che ci diceva Eleanor Roosevelt:
Il futuro appartiene a coloro che credono nella bellezza dei propri sogni
Una delle prime donne a cambiare la Storia senza il bisogno di alcuno slogan: Bertha Benz
In un’epoca in cui il ruolo delle donne era relegato alla sfera domestica, Bertha non solo guidò un’auto, ma portò avanti il progresso, incarnando un coraggio che sfidava le convenzioni. Eppure, la sua impresa non ricevette il riconoscimento immediato che meritava. L’attenzione, allora come oggi, era rivolta piuttosto all’uomo dietro l’invenzione, mentre il genio pratico e l’audacia della donna che era al suo fianco restavano in secondo piano.
Oltre un secolo dopo, purtroppo, non possiamo ignorare che gli stessi pregiudizi continuano a insinuarsi nelle nostre vite. Al contrario di quel in molte amano raccontarsi a suon di slogan e manifestazioni ad effetto (che restano comunque necessarie), le donne devono lavorare il doppio per essere riconosciute come leader nel settore tecnologico, scientifico o imprenditoriale, mentre agli uomini pare esser concessa ogni cosa con il minimo sforzo. La guida di un’auto, simbolo di libertà e autonomia, è stata storicamente negata o osteggiata alle donne in molte culture. E persino nei Paesi più emancipati, incluso il nostro, il mito del “bravo guidatore uomo” e della “donna al volante, pericolo costante” sopravvive come uno stereotipo duro a morire.
Bertha Benz ci insegna che rompere i cliché non è solo una questione di audacia personale, ma anche (e soprattutto) di cambiare le narrazioni che ci circondano. La sua impresa ci sprona a riconoscere e combattere gli stereotipi che ancora oggi trattengono metà della popolazione mondiale dal raggiungere il proprio potenziale. Pertanto, mentre celebriamo il coraggio, rammentiamo che le sue battaglie sono ancora le nostre. Il progresso non è solo tecnologico, ma culturale: è un cammino lungo, ma ogni passo, o in questo caso chilometro, può fare davvero la differenza!
Per rimanere aggiornato sulle ultime opinioni, seguici su: il nostro sito, Instagram, Facebook e LinkedIn