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Bruno e Yago, fedeli amici a quattro zampe: tra amore e morte, il dramma del rapporto umano con gli animali

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Bruno e Yago

Eros e Thanatos, amore e morte, due forze antitetiche che da sempre governano la vita, e che nel nostro rapporto con gli animali si manifestano con estrema evidenza. Da un lato, l’istinto di protezione e affetto verso chi ci dona un amore incondizionato; dall’altro, la ferocia cieca e ingiustificabile di chi infligge dolore e distruzione. Alla luce di queste piccole considerazioni preliminari, la storia di Bruno e Yago ci ricorda che in questa lotta, la scelta tra cura e crudeltà pesa non solo sulle nostre coscienze, ma sulla stessa sopravvivenza di chi amiamo.

Il più piccolo atto di gentilezza vale più della più grande intenzione – Kahlil Gibran

Per questo, oggi ho deciso di parlarvi di loro, amici pelosetti a quattro zampe dei quali il primo ha lasciato questa terra per mano dell’uomo, sì, proprio l’uomo che, anziché tutelare queste creature meravigliose, si diverte ad ucciderle, mentre il secondo ci ha dimostrato che l’amore tra uomo e animale è davvero possibile!

Le storie di Bruno e Yago a confronto: amare gli animali, si può?

Bruno, ucciso da quelle stesse persone che contribuiva a salvare

Fedele compagno del direttore tecnico nazionale del settore cinofilia e cinotecnica dell’Endas, il suo conduttore, Bruno è morto barbaramente ucciso venerdì 4 luglio nel centro di addestramento di Taranto. Bruno è stato un grande lavoratore, ha ritrovato e salvato più di nove persone, soprattutto coloro affette da Alzheimer che si erano allontanate da casa, il bloodhound. Per di più, grazie al suo impegno, era stato premiato dal premier Giorgia Meloni, che ha rilasciato una frase di commiato in occasione della sua scomparsa: “Una notizia che stringe il cuore. Un atto vile, codardo, inaccettabile. Grazie per tutto ciò che hai fatto, Bruno”.

Ma è ancora possibile che l’uomo, dopo tutto il progresso, sia ancora così primitivo e deprivato dai sentimenti? Purtroppo sì. Mi sono posta mille domande, ma non ho ottenuto nessuna risposta che possa dare senso ad un tale episodio brutale, soprattutto perché non si può giustificare un essere umano, assolutamente imperdonabile, che perpetra atti di una violenza così inaudita!

L’on. Michela Brambilla, presidente dell’Intergruppo parlamentare per i Diritti degli Animali e della Lega italiana per la Difesa degli Animali e dell’Ambiente, ha annunciato la presentazione di una denuncia formale per la costituzione di parte civile se, come auspicabile, vi sarà un processo. Un wurstel riempito di chiodi ha ucciso Bruno, causando un’emorragia interna che lo ha condotto ad una morte orrenda e dolorosissima, interna, proprio a lui che aveva salvato la vita ad esseri umani.

La bestialità umana supera di gran lunga quella animale!

Non c’è confine alla bestialità degli esseri ignobili che si credono di essere i padroni del pianeta. Ci sono momenti in cui mi vergogno di appartenere agli esseri umani. Chi ha compiuto questo gesto non lo ha fatto solamente per vile crudeltà, ma con uno scopo preciso: una vendetta pietosa. Bruno aveva contribuito a far sequestrare cani utilizzati nei combattimenti; se c’è ancora gente che addestra cani da combattimento, siamo davvero in un mondo che meriterebbe l’estinzione.

Bisogna individuare il colpevole o i colpevoli, applicando la pena prevista dalla legge Brambilla recentemente promulgata (clicca QUI per il nostro articolo a riguardo). Si deve applicare una giustizia severa, sia per riscattare la memoria di Bruno che per tutti gli altri esseri viventi che, pur non esprimendosi con il nostro linguaggio, hanno la capacità di comunicare il proprio amore senza condizioni e soprattutto il sentimento della gratitudine che non esiste nella maggior parte degli esseri umani.

Un piccolo ma grande amico che salva vite umane è morto per mano degli uomini, e davanti a questo paradosso ci rincuora che esistono anche persone che curano i loro amici a quattro zampe facendogli addirittura superare il range di vita media.

Yago, un esempio di “philia” che va al di là della specie

Yago, al contrario, è un amstaff vissuto oltre quattordici anni. L’Amstaff è un animale dall’aspetto inconfondibile, che in un primo momento potrebbe incutere timore, ma la sua natura è tendenzialmente amichevole.

A Yago nel settembre 2024 è stata diagnosticata una grave valvulopatia, la prognosi era grave, forse non avrebbe potuto finire l’anno. E invece, contro ogni aspettativa, è vissuto altri dieci mesi, spegnendosi dopo alcuni giorni di repentino aggravamento, la sera del 7 luglio scorso tra l’affetto del suo amato “custode” Rosario Di Giovanni, e del resto della famiglia, che lo considerava non un cane, ma uno di loro. Il 9 luglio ha ricevuto la cremazione e appena Rosario ha ottenuto le sue ceneri da parte degli addetti, i medici si sono complimentati perché, nonostante gli anni, ha mantenuto il pelo lucido, senza nessun segno di dermatite, cui purtroppo gli amstaff ne sono affetti.

Un bruto assassino ha posto fine alla vita di Bruno, mentre Rosario, con le adeguate cure e soprattutto con amore, ha atteso la fine di Yago in modo naturale. Che dire, la rappresentazione perfetta conflitto eterno tra “Eros” (forza creatrice, vitale, fatta di amore, cura, dedizione) e “Thanatos”, impulso di morte, distruzione, crudeltà gratuita.

L’eterno conflitto tra “Eros” e “Thanatos”

Difatti, il primo è stato ucciso dalla mano dell’uomo che sceglie di dominare, annientare, punire. Il secondo, dal canto suo, ha conosciuto la mano che accarezza, che resta accanto fino alla fine, che non impone ma accompagna. Due destini opposti che ci interrogano su quale forza vogliamo nutrire nel nostro vivere quotidiano. Perché ogni volta che scegliamo la compassione al posto dell’indifferenza, il rispetto in alternativa al possesso, e la vita rispetto al controllo, diamo voce a Eros, e facciamo tacere, almeno per un po’, l’eco buia di Thanatos.

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Laura Borgia, ex modella e icona del cinema hard italiano anni ’90, inizia la sua carriera nei concorsi di Miss Italia e Miss Mondo, prima di trasferirsi a Roma. Dopo un’esperienza negativa nel cinema tradizionale, si consacra nell’hardcore, diventando la “Duchessa dell’hard” e vincendo nel 1994 l’Impulse d’Oro come miglior attrice europea. La sua fama cresce soprattutto dopo l’uscita di scena di Moana Pozzi e Ilona Staller. Accanto alla carriera provocante, porta avanti iniziative benefiche insieme a padre Fedele Bisceglia, con cui raccoglie fondi per il Ruanda, pur finendo al centro di polemiche e accuse per atti osceni. Dopo il ritiro dalle scene nel 2001, partecipa a programmi TV come "Ci vediamo alle due" con Paolo Limiti e Lucignolo. Nel 2003 pubblica un album musicale, "Save Your Love", e nel 2009 torna brevemente al cinema erotico con il regista Mario Salieri. Successivamente si reinventa come modella per l’agenzia "Creative Models".

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