È ormai a tutti gli effetti Natale e, con lui, sono tornate le decorazioni, gli alberi scintillanti e, soprattutto, il nostro amato Presepe, una tradizione che racchiude arte, fede e… un pizzico di magia. Ma vi siete mai chiesti da dove arrivi questa usanza tanto cara a grandi e piccini? Ogni anno ci accingiamo a prepararlo, a decorarlo, a modificarlo secondo il nostro gusto personale e infine ad ammirarlo, eppure nella maggior parte dei casi ne ignoriamo la provenienza. Perciò, riscopriamo insieme al storia di uno dei simboli per eccellenza delle nostre festività.
Le origini: da Greccio al cuore delle case
Tutto ebbe inizio nel 1223, quando San Francesco d’Assisi decise di rappresentare la nascita di Gesù in una grotta a Greccio, nel Lazio. Non si trattava di statuine, ma di una scena vivente con persone e animali reali. Il suo intento? Rendere tangibile il mistero della Natività e avvicinare la gente comune al significato del Natale. Da quel momento, l’idea si diffuse come un incendio nei cuori dei fedeli, trasformandosi in una tradizione artistica.
Il presepe addobbato ti insegna a pronunciare meglio la parola Natale – Fabrizio Caramagna
L’evoluzione delle statuine
Dal Presepe vivente di San Francesco alle prime rappresentazioni in terracotta il passo fu breve. Nel 1300, grazie all’inventiva degli artigiani italiani, iniziarono a comparire statuine che resero il Presepe più pratico da allestire in chiese e case. I più famosi? Quelli napoletani del ‘700, un’esplosione di dettagli che mescolano sacro e profano: accanto a Gesù, Maria e Giuseppe, troviamo pescivendoli, pastori e persino suonatori di mandolino!
Un simbolo universale

Il Presepe non è solo un elemento decorativo, ma un vero simbolo universale di pace e speranza. Ogni statuina racconta una storia: il pastore con l’agnello rappresenta il sacrificio, i Re Magi l’omaggio dei potenti e la cometa ci ricorda che, anche nei momenti più bui, c’è sempre una luce che ci guida.
Ogni paese aggiunge il suo tocco personale: in Polonia ci sono presepi riccamente decorati come cattedrali, in America Latina non possono mancare lama e cactus, mentre in Provenza i “santons” portano un’aria di villaggio francese al Presepe.
In ogni caso, che sia minimalista o tradizionale, il Presepe è un’opportunità per riunire la famiglia e riscoprire il vero spirito del Natale, perché non si tratta solo di un oggetto o di un decoro, ma di un piccolo mondo che ci ricorda valori intramontabili come la famiglia, l’accoglienza e la speranza. Perché, alla fine, il Natale è soprattutto questo: un momento per riscoprire il bello di stare insieme.
Il Presepe Napoletano: un’arte che fonde tradizione e attualità
Non si può, però, parlare del Presepe senza un rapido focus sul Presepe Napoletano che rappresenta una delle espressioni più affascinanti e vivaci della cultura partenopea. Nato nel XVIII secolo, questo presepe si distingue per la sua ricchezza di dettagli e per l’inclusione di personaggi che riflettono la vita quotidiana dell’epoca, creando, come dicevamo poc’anzi, un microcosmo che mescola sacro e profano.
Il centro nevralgico dell’arte presepiale napoletana è senza dubbio Via San Gregorio Armeno, una strada nel cuore di Napoli celebre per le sue botteghe artigiane specializzate nella creazione di statuine per il presepe. Passeggiando per questa via, soprattutto nel periodo natalizio, si rimane incantati dalla varietà e dalla maestria delle opere esposte, che spaziano dai personaggi tradizionali a quelli più contemporanei.
Personaggi tradizionali e il loro significato
Ogni figura del presepe napoletano ha un significato simbolico preciso. Benino, il pastore dormiente, rappresenta l’innocenza e l’attesa del Natale. Il pescatore simboleggia la vita e il ciclo della natura. La lavandaia richiama la purezza e la Vergine Maria. I Re Magi, infine, rappresentano l’omaggio dei potenti al Bambino Gesù.
L’ironia e l’attualità nel presepe napoletano

Una caratteristica distintiva del presepe napoletano è la sua capacità di aggiornarsi e riflettere l’attualità. Gli artigiani, con grande maestria e un pizzico di ironia, realizzano statuine raffiguranti personaggi famosi del mondo della politica, dello spettacolo e dello sport. Questa tradizione, che affonda le radici nel desiderio di rappresentare la società contemporanea, vede oggi nel presepe figure come particolari. Ci sono i politici, come Silvio Berlusconi, Donald Trump, Matteo Salvini e Luigi Di Maio; gli sportivi come Diego Armando Maradona, Cristiano Ronaldo e Lionel Messi; ma anche i èersonaggi dello spettacolo, da Cristiano Malgioglio e Antonino Cannavacciuolo fino a Michael Jackson.
Insomma, il presepe napoletano non è solo una rappresentazione della Natività, ma un vero e proprio specchio della società, dove tradizione e modernità si incontrano, dando vita a un racconto vivace e dinamico del mondo che ci circonda.
Il presepe non è il simbolo della nostra civiltà. Ne è la più aspra critica. E’ il luogo dove ci sono ancora compassione, accoglienza, comunità. E’ il luogo dove egoismo e intolleranza sono banditi.
(Fabrizio Caramagna)
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