Luana Borgia, oltre i confini del proibito: l’ex pornodiva si racconta a 360 gradi

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Luana Borgia

Figura leggendaria del porno all’italiana, Luana Borgia è stata, ed è tuttora, un volto iconico di un’epoca e di un immaginario collettivo che ha segnato gli anni ’90. Con la sua presenza magnetica, il suo stile elegante e al tempo stesso trasgressivo, è diventata simbolo di un mondo spesso esibito e altrettanto condannato, ancora oggi vittima di stereotipi e pregiudizi. Dietro quell’immagine, tuttavia, rimasta impressa nella memoria di molti, si cela una donna complessa, consapevole e più che mai pronta a raccontarsi.

Non a caso, a farlo è lei stessa all’interno del suo libro “Oltre i confini del proibito“, una coraggiosa autobiografia in cui scava a fondo nella sua storia, nei silenzi e in quei retroscena che caratterizzano un settore a dir poco controverso. Il tutto con l’intento di restituirsi al pubblico con una voce nuova e autentica. Proprio per questo, abbiamo deciso di ripercorrere questo percorso insieme a lei, cercando di superare quegli stereotipi che da troppo tempo l’accompagnano e ammirarla sotto una luce inedita, ossia quella della donna che è stata, che è e che vuole ancora diventare.

Luana Borgia – L’Intervista

Nel tuo libro parli di “confini del proibito”: qual è, oggi, il tuo concetto personale di “proibito”?

Più che un concetto, per me è un fascino. Il fascino del proibito appartiene a chi è attratto da ciò che non è permesso, da ciò che rompe le regole. Negli anni ’90, quando ho cominciato la mia carriera, la pornografia era ancora un vero e proprio tabù, molto più di quanto lo sia oggi. Quando mi esibivo nei locali, lo spettacolo doveva restare nel campo dell’erotico. Eppure, a volte, mi spingevo oltre quel confine. Perché il proibito seduce, spinge a cercare. Ma il vero confine – oggi come allora – resta sempre uno: quello del rispetto.

Se potessi parlare alla Luana Borgia di 25 anni fa, sul set di un film hard, cosa le diresti che allora non avrebbe potuto capire?

Le direi di essere più diffidente, di proteggersi meglio. Ho sempre avuto una forte lucidità nelle mie scelte, sapevo cosa stavo facendo, e sono riuscita a separare la vita privata da quella pubblica. Però, guardandomi indietro, c’è un errore che riconosco: ho dato fiducia a chi non la meritava, e mi ha sfruttata. La Luana di allora e quella di oggi non sono così diverse: la determinazione è la stessa. Ma oggi ho una consapevolezza in più: non basta sapere cosa si vuole, bisogna anche sapere da chi difendersi.

Ieri, oggi e domani: com’è cambiato il tuo modo di impiegare il tempo e vivere le relazioni?

Nei miei anni d’oro, ero assorbita completamente dal lavoro: giravo film, partecipavo a eventi, viaggiavo tra l’Italia e l’estero, lavorando con le migliori produzioni europee. Oggi la mia vita ha un ritmo diverso: più sereno, più equilibrato. Ho ancora i miei impegni, ma mi concedo il lusso del tempo, della riflessione, della vita quotidiana. Le relazioni sono cambiate con me: oggi sono più selettiva, più attenta a ciò che mi fa stare bene. Ho imparato a custodire il mio spazio, a scegliere chi far entrare nella mia vita.

Hai vissuto il mondo dell’hard in un’epoca quasi “artigianale”. Che effetto ti fa vedere oggi l’industria dominata da piattaforme, algoritmi e contenuti usa e getta?

Per me, essere un’attrice hard è sempre stato un mestiere vero, fatto di preparazione, sacrifici, impegno. Si studiava un copione, si costruiva un personaggio, si lavorava in set strutturati con registi, tecnici, truccatori. Oggi chiunque può girare e vendere contenuti con uno smartphone. Questo ha reso il porno più accessibile, ma anche più spersonalizzato, improvvisato, privo di qualità. Il paradosso è che oggi si definisce “artigianale” ciò che un tempo era professionale. E viceversa. Quello che manca, spesso, è la dignità del lavoro che noi, allora, avevamo ben chiara.

Luana Borgia/Credit: foto per gentile concessione di Luana Borgia

Si parla molto dello scandalo che coinvolge Rocco Siffredi e presunti abusi. Pensi che il mondo dell’hard si sia davvero emancipato dal maschilismo?

Viviamo in un paese che, nonostante le apparenze, resta profondamente maschilista. Ma qualcosa, nel nostro mondo, è cambiato: oggi molte donne gestiscono la propria immagine, i propri contenuti, il proprio erotismo senza dover passare da una figura maschile dominante. Quando ho lavorato con Rocco, ho sempre percepito grande rispetto. Da parte sua e delle produzioni con cui collaboravamo. Per questo sono rimasta scioccata guardando il servizio delle Iene. Quelle immagini, quelle testimonianze, sono inaccettabili. Si possono anche girare scene forti, ma devono essere concordate, firmate, condivise, come si faceva ai miei tempi. Il rispetto per il consenso non è un’opzione: è la base di tutto. Mi è dispiaciuto molto, perché ho sempre considerato Rocco un grande professionista. Ma quando emergono fatti così gravi, è doveroso fermarsi, ascoltare e pretendere giustizia.

Come si fa a tornare “persona” dopo essere stata un “oggetto”? Hai mai sentito il bisogno di cambiare nome, identità?

Io non mi sono mai sentita un oggetto. Ho sempre saputo chi ero. Ho interpretato un personaggio, “Luana Borgia”, che era parte del mio lavoro, ma fuori dal set c’era una donna vera, consapevole, libera. Quando ho deciso che era giunto il momento di voltare pagina, ho lasciato il porno con la stessa determinazione con cui lo avevo abbracciato. Ho ritrovato me stessa nella semplicità: la Luana cavallerizza, quella che ama i cavalli, la natura, la normalità. Non ho mai pensato di cambiare nome: significherebbe rinnegare il mio passato, e io non rinnego nulla. Ho scelto di raccontare la mia storia, e lo faccio anche nel mio libro. Perché ogni capitolo, anche il più controverso, fa parte di chi sono.

Al giorno d’oggi consiglieresti ad un/a giovane di intraprendere la tua carriera?

Dico ai giovani di non smettere mai di inseguire i propri sogni, ma anche di conoscere bene i rischi. Se qualcuno vuole intraprendere la carriera nel mondo dell’hard, deve sapere che oggi è tutto diverso. Le produzioni vere sono poche, il guadagno passa per le piattaforme online e l’autopromozione. Il mio consiglio è chiaro: proteggiti, gestisci tutto da solo/a, non farti manipolare. Ogni mondo ha i suoi lati oscuri: imparare a riconoscerli è fondamentale. Il corpo è tuo, la scelta è tua, e la libertà non ha prezzo.

Hai mai pensato di raccontare la tua storia in forma teatrale o cinematografica, magari dirigendola tu stessa?

Sì, mi piacerebbe moltissimo. Vorrei raccontare la Luana Borgia di ieri, la pornostar, e la Luana di oggi, quella che in pochi conoscono: la donna che ha tanto da dire, che ha vissuto, che è caduta e si è rialzata. Un documentario, uno spettacolo teatrale, un film. Chissà, non importa il mezzo. Quello che conta è trasmettere un messaggio, lasciare una traccia. La mia storia non parla solo di sesso. Parla di identità, coraggio, trasformazione. E forse è proprio ora che venga raccontata fino in fondo.

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Simone Di Matteo, Latina 25 gennaio 1984. Curatore della DiamonD EditricE, autore, scrittore e illustratore grafico è tra i più giovani editori italiani. I suoi racconti sono presenti in diverse antologie. Molti dei suoi libri invece sono distribuiti all'interno degli istituti scolastici italiani. È noto al grande pubblico non solo esclusivamente per la sua variegata produzione letteraria, ma anche per la sua partecipazione nel 2016 alla V edizione del reality on the road di Rai2 Pechino Express. Consacratosi come Il giustiziere dei Vip, da circa due anni grazie a L’Irriverente, personaggio da lui ideato e suo personale pseudonimo, commenta il mondo della televisione, dei social network e i personaggi che lo popolano, senza alcun timore, con quel pizzico di spietatezza che non guasta mai attraverso le sue rubriche settimanali.

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