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Sfera (1998): tra sogno e realtà con Dustin Hoffman e Sharon Stone

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Sfera

Sfera: Oceano Pacifico, fine anni Novanta. Il dottor Norman Goodman (Dustin Hoffman) è un terapeuta esperto in casi di traumi legati ad eventi catastrofici. Viene prelevato in grande segreto dalla NASA per un dossier che aveva scritto anni prima sulla possibile presenza di entità aliene sulla terra. Oltre a Norman, vengono selezionate un gruppo ristretto di persone con velleità e peculiarità ben definite: l’astrofisico Ted Fielding (Liev Shreiber), la biologa marina Beth Halperin (Sharon Stone) e il matematico Harry Adams (Samuel L. Jackson).

Il gruppo si unirà al comando del Capitano della marina militare americana, Harold C. Barnes (Peter Coyote) supportato dalla collega Teeny Fletcher (Queen Latifah) per esplorare e analizzare sul mondo dell’oceano una presunta nave spaziale aliena. Dopo un breve periodo di addestramento e di preparazione, i quattro si immergono e riescono ad entrare all’interno del veicolo spaziale per scoprire che è di fattura americana e che è rimasta ancorata sul fondo del mare per quasi trecento anni.

Ciò che inquieta i quattro studiosi è la presenza non tanto della nave spaziale (fuori tempo) quanto di una gigante sfera dorata sita nella parte più profonda della navicella. La sfera, infatti, è di natura aliena e di lì a poco mostrerà a tutto l’equipaggio il suo immenso potere distruttivo.

Locandina ufficiale/Credit: web

“Sfera” è un lungometraggio che va seguito per essere compreso

Lo scrittore americano di successo Michael Crichton (la saga di Jurassic Park) pubblica il romanzo “Sfera” nel 1987 e per un decennio cerca ad Hollywood qualcuno disposto a trasportare sullo schermo il suo controverso romanzo. Dopo una serie di problematiche riesce a convincere il regista Barry Levinson a dirigere la pellicola solo a costo di produrre lui stesso il film.

“Sfera”, anche conosciuto in Italia con il titolo “Il terrore può essere ovunque”, si rivela sin da subito un ibrido film di fantascienza. Levison, probabilmente ispirato da classici storici come “2001: Odissea nello spazio” di Kubrick, prova a ricreare le stesse atmosfere mischiando il genere thriller con quello fantascientifico con il risultato di dover aspettare due ore per comprendere il messaggio del film.

Ottima performance del cast

Levinson in persona, avendo già lavorato con lui nel film “Rain Man – L’uomo della pioggia” del 1988, ha scelto l’attore Hoffman per il ruolo, il quale, dal canto suo, ha saputo regalare allo spettatore una buona performance. Il quartetto di comprimari sembra ben assortito e perfettamente credibile nella parte degli scienziati all’inizio ignari di dover fronteggiare i mostri del subconscio che la sfera materializza. Le paure e gli orrori dei personaggi, infatti, si manifestano grazie al potere della perturbante sfera gialla che li osserva e cerca di farli impazzire spingendoli ad uccidersi a vicenda in un terribile gioco mortale.

Credit: web

Il personaggio interpretato dalla Stone forse è quello più riuscito di tutto il film. La sua vacillante lucidità si scontra gli altri protagonisti in una perenne caccia al topo. Tutti dentro la sfera o tutti fuori? Il gioco delle allucinazioni perverse passa in evidenza e all’esasperazione per tutta la narrazione cinematografica in un claustrofobico tornado di emozioni visive e di recondite paure.

Samuel L. Jackson ha un insano terrore se non addirittura disgusto per i calamari e non ha mai terminato di leggere il libro di Verne, Ventimila leghe sotto i mari (1870) proprio a causa di una scena di un mostro gigante (verosimilmente un calamaro gigante) perché da bambino lo spaventava. Ed ecco che si materializza sopra la navicella nella quale i poveri personaggi sono intrappolati, un mostro dalle fattezze immense che inizia ad espellere uova sul fondale.

Tra sogno e realtà

Tutti i personaggi durante il proseguo della narrazione diventano complici e consapevoli di essere loro a creare, anzi, a ricreare e a risvegliare le proprie paure spingendoli sempre più in un baratro senza fondo. Riusciranno i quattro a fermare prima che sia troppo tardi la bomba esplosiva della loro mente? Quanto può essere sottile il filo del sogno e della realtà?

Nonostante la critica internazionale (Italia inclusa) lo abbia stroncato sul nascere, oggi a distanza di quasi trent’anni, “Sfera” è un film gradevole e non così scontato e banale come hanno sempre provato a farci credere. Un film per tutti e per quelli che desiderano provare il brivido di passare qualche ora a domandarsi cosa succederà ai poveri disgraziati nel profondo oceano. Citazione doverosa a “The Abyss” (1989) di James Cameron o a “Leviathan” (1989) di George Pan Cosmatos? A voi come sempre, cari fantasmi della notte, la possibilità di scoprilo.

Buona visione!

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Studioso e appassionato di cinema internazionale. Ha dedicato i suoi studi alle grandi figure femminili del cinema del passato specializzandosi alla Sapienza di Roma nel 2007 e nel 2010 su Bette Davis e Joan Crawford. Nel 2016 ha completato un dottorato di ricerca in Beni culturali e territorio presso l’Università di Roma, Tor Vergata con una tesi sull’attrice israeliana Gila Almagor. Ha scritto diversi saggi e articoli di cinema e pubblicato l’autobiografia inedita in Italia di Bette Davis, Lo schermo della solitudine (Lithos). Oggi insegna Lettere alle nuove generazioni cercando sempre di infondere loro fiducia e soprattutto amore per la storia del cinema.

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