Stefano Ferri, le sue riflessioni sull’attacco mediatico a Imane Khelif

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Stefano Ferri

E’ oramai un volto familiare quello di Stefano Ferri, giornalista e scrittore noto anche per essere un crossdresser, cioè una persona che ama indossare abiti e accessori tradizionalmente considerati femminili. Stefano Ferri ha raccontato la sua esperienza e il suo percorso personale nel libro “Crossdresser. Stefano e Stefania: le due parti di me”, pubblicato nel 2020. Lo scopo, oltre che autobiografico, è quello di sfidare gli stereotipi e i pregiudizi della società. Con grande garbo e serenità cerca di sensibilizzare l’opinione pubblica su una maggiore comprensione e accettazione delle persone.

E’ a lui che ho pensato in questi giorni, vedendo lo shitstorm ricevuto dalla pugile Imane Khelif. Tra i due ci sono diversi elementi in comune che riguardano la società, la percezione dell’identità e la reazione collettiva verso ciò che viene percepito come “diverso” o non conforme alle norme sociali. L’ho raggiunto telefonicamente durante le sue vacanze estive.

Ho pensato a te perché conosco la tua storia e ho letto il tuo libro. Ho trovato delle similitudini con la bufera mediatica che ha vissuto Imane Khelif. Entrambi avete subìto una forma di bullismo e un attacco alla persona. Credi anche tu che ci siano delle somiglianze tra ciò che è successo a te in passato e ciò che sta succedendo a lei adesso?

Sì, assolutamente.

Quello che è successo a me e a Imane è una forma di sessismo: veniamo attaccati per quello che siamo e non per ciò che abbiamo fatto. È una cosa intollerabile.

Anche se lei ed io siamo persone molto diverse, entrambi siamo stati colpiti dalla stessa crudeltà e abbiamo reagito con maturità. Credo che, in momenti come questi, sia fondamentale sviluppare una forza interiore per resistere alla violenza che può arrivare dagli altri.

Quali sono i rischi psicologici per una persona la cui identità viene pubblicamente messa in discussione e violata?

I rischi psicologici emergono, appunto, quando manca una solida forza interiore. Credo che Imane ne abbia una granitica, dimostrata dalla sua capacità di vincere un oro nonostante l’esposizione e le critiche globali. Non avrebbe potuto farlo senza essere la donna forte, matura e resiliente che è.

Ti parlo dalla mia esperienza personale: quando feci il mio coming out mediatico nel 2015, ero in psicoterapia da quasi otto anni. Avevo ormai acquisito una piena consapevolezza di me stesso, che mi permise di affrontare serenamente anche gli insulti peggiori. Se avessi fatto quell’intervista anni prima, senza questa forza interiore, sarei stato vulnerabile agli attacchi e probabilmente avrei reagito con rabbia, finendo per dire cose sbagliate.

Stefano Ferri
Stefano Ferri

Quali sono le dinamiche sociali che trasformano un individuo nel bersaglio di un’intera società, portando a una vera e propria caccia alle streghe collettiva?

Le dinamiche sociali che portano alla caccia alle streghe, secondo me, sono principalmente due, strettamente intrecciate tra loro. La prima è la frustrazione economica. Viviamo in un Occidente in decadenza da decenni e, specificamente in Italia, non c’è crescita economica da 32 anni, come confermato dall’Istat. Quando una società è economicamente stagnante, si crea un terreno fertile per l’odio e il risentimento. E così può accadere più facilmente che certe persone diventino haters e si scaglino contro chiunque sembri diverso o vulnerabile.

La seconda dinamica è la stasi della comunicazione. Viviamo in un’epoca in cui sembra che tutto sia già stato detto e fatto, e questo genera un vuoto di progettualità e creatività. Quando non c’è nulla di nuovo a cui aspirare, viene meno la forza vitale della società. Tutto questo può trasformare la frustrazione individuale in una rabbia collettiva, che spesso si riversa su un capro espiatorio e così la caccia alle streghe diventa una valvola di sfogo per una frustrazione diffusa e radicata.

Quanto influisce sull’autostima trovarsi al centro di una bufera mediatica sui social? È sufficiente sviluppare una forza interiore per affrontare questi attacchi?

L’autostima è la distanza tra il sé ideale e il sé reale. Più questa distanza è ridotta, più una persona è forte e serena. Come diceva il mio insegnante di religione, l’umiltà non è sminuirsi, ma saper stare al proprio posto. Tutti abbiamo un sé ideale, cioè quello che crediamo di essere, e un sé reale, quello che gli altri vedono. L’obiettivo è ridurre al minimo questa distanza. Quando ci riusciamo, le critiche scivolano via. La massima autostima, che equivale alla minima riduzione della distanza fra i due sé, implica la piena consapevolezza dei propri limiti. E se tu fai coincidere il tuo sé ideale con il tuo sé reale che gli altri vedono, diventi consapevole e accetti serenamente i tuoi limiti. Tanto nessuno è perfetto.

Queste olimpiadi sono l’ennesima dimostrazione che i social media possono amplificare contenuti manipolati e fuorvianti. Come può un singolo individuo proteggersi dall’urto mediatico dei social e allo stesso tempo empatizzare con chi subisce un bullismo societario?

Un individuo strutturato riesce a cogliere un richiamo positivo piuttosto che tutta quella feccia e quel veleno che arriva dai social. E Imane Khelif emana un richiamo positivo e lo attesta come si è comportata e la sua vittoria finale. Chi come lei ha la sicurezza interiore può affrontare i social in modo maturo, senza rinunciare al proprio potere di attrarre. È questa sicurezza che mantiene l’integrità e attira il rispetto degli altri. Perché tanta gente ha seguito, appoggiato e empatizzato con Imane Khelif? Perché Imane è una donna che non rinuncia al suo potere di attrarre le persone.

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Studi classici, una laurea in Lettere e Filosofia, e un tesserino dell’Ordine dei Giornalisti. Questo è il CV in estrema sintesi. Ma quello che veramente la descrive è l’amore per la musica, per i libri, il teatro e i viaggi. Ama cucinare le torte e prendersi cura delle sue piante. Odia i calcoli matematici, le percentuali e i problemi di geometria. Ama stare in mezzo alla gente ma ama ancora di più stare con se stessa. Ama la Sicilia, i suoi colori, sapori e tramonti. Ogni volta che la vita le sembra difficile, cerca di raggiungere uno scoglio, si siede e ne parla con il mare.

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