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Ballata macabra (1976), un horror a tinte forti con Bette Davis

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Ballata macabra

Ballata macabra. La famiglia Rolf durante una gita in macchina si imbatte in una meravigliosa casa coloniale in perfetto stile vittoriano. Desiderosa di affittarla per le vacanze, Marian (Karen Black) scrive una lettera ai proprietari i quali rispondono poco dopo offrendo alla coppia un incontro valutativo. I fratelli Allardyce, Arnold (Burgess Meredith) e Roz (Eileen Heckart) si mostrano molto disponibili nei confronti dei Rolf e sono disposti ad affittare la grande magione ad una cifra irrisoria solo ad una condizione: i Rolf dovranno prendersi cura dell’anziana madre degli Allardyce che vive come una reclusa in soffitta e non esce mai dalla propria stanza. Ben (Oliver Reed) accetta se non con qualche dubbio e pochi giorni dopo si trasferisce nella grande casa insieme a Marian, al figlio David (Robert Montgomery) e alla simpatica e arzilla zia Elizabeth (Bette Davis), una pittrice in pensione.

Tutto sembra tranquillo all’inizio e la famiglia Rolf si ambienta quasi subito finché Marian non inizia a mostrare un attaccamento quasi morboso nei confronti della casa addormentata ed è anche l’unica ad avere accesso alla stanza della vecchia matrona degli Allardyce che a suo dire, è un’altra novantenne eccentrica che non vuole essere disturbata. I giorni passano lenti tra i suoni della natura e dei grilli finché anche Ben non inizia a cambiare, facendo orribili incubi ricorrenti e  spaventando dapprima il figlio David che rischierà di morire annegato nella grande piscina. La stessa zia Elizabeth, energica e sempre allegra, sembra invecchiare progressivamente mentre la casa ringiovanisce.

Ballata macabra – Locandina ufficiale / Credit photo: Filippo Kulberg Taub

Un cast di primo livello per “Ballata Macabra”

Il regista americano Dan Curtis (1927-2006) reduce dal successo come produttore della fortunata serie horror Dark Shadows (1966-1971), decide di dirigere un cast di primo livello utilizzando quasi fedelmente il romanzo omonimo dello scrittore statunitense Robert Marasco del 1973, costruendo un film sovrannaturale, horror e dalle tinte forti.

Ballata macabra si rivela sin da subito un film horror di prima grandezza nel quale le emozioni dei vari personaggi vengono costantemente messe alla prova dall’inquietante casa che è la vera protagonista del film di Curtis. La casa vive  e si rigenera grazie alla linfa vitale dei suoi abitanti. Fagocitante quanto aberrante, la magione gioca con i personaggi facendoli impazzire lentamente e mangiandoli, divorandoli per tornare all’antico splendore.

La Black si trova perfettamente nella parte della moglie di Reed che si affeziona morbosamente alla casa tanto da convincersi di appartenere ad essa e che questa sia di sua proprietà. Gli sguardi di Oliver Reed, terrorizzati e angoscianti valgono la pena di essere visti. Bette Davis, mai fuori parte, ottenne il premio come migliore attrice non protagonista ai Saturn Awards nel 1977 dimostrando ancora una volta di essere un’attrice versatile, veterana e senza tempo.

Frame della pellicola – Credit photo: Filippo Kulberg Taub

Fotografato splendidamente da Jacques R. Marquette, Ballata macabra resta una pietra miliare del cinema horror degli anni ’70 che non avrà mai cadute di stile. Le ‘offerte bruciate’ del titolo originale sono i tributi di sangue che la magione esige per rinascere più bella e più forte.

Una pellicola da non perdere

Il film oggi è disponibile su supporto DVD ed è facilmente recuperabile. Ve lo consiglio caldamente soprattutto per gli occhi allucinati della Davis o per i manierismi estremi della Black. A voi come sempre la possibilità di valutarlo e di riscoprilo sulla scia delle ‘case maledette’ che non vi deluderanno. In una ballata macabra senza fine i personaggi lotteranno contro la casa e contro sé stessi per cercare di non essere mangiati vivi. E la vecchia signora Allardyce chi è?

Buona visione!

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Studioso e appassionato di cinema internazionale. Ha dedicato i suoi studi alle grandi figure femminili del cinema del passato specializzandosi alla Sapienza di Roma nel 2007 e nel 2010 su Bette Davis e Joan Crawford. Nel 2016 ha completato un dottorato di ricerca in Beni culturali e territorio presso l’Università di Roma, Tor Vergata con una tesi sull’attrice israeliana Gila Almagor. Ha scritto diversi saggi e articoli di cinema e pubblicato l’autobiografia inedita in Italia di Bette Davis, Lo schermo della solitudine (Lithos). Oggi insegna Lettere alle nuove generazioni cercando sempre di infondere loro fiducia e soprattutto amore per la storia del cinema.

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