È dolce, è carina, è un’icona pop globale. Ma dietro il volto innocente di Hello Kitty si nasconde una leggenda tanto bizzarra quanto inquietante. Una teoria cospirazionista, ormai virale sul web, sostiene difatti che la celebre gattina abbia un passato oscuro, persino legato alla Germania nazista, e che il suo reale nome sia “Heil Kitty”, un chiaro rimando ad un periodo storico che ancora oggi ci tormenta. Ma sarà vero? O si tratta soltanto dell’ennesimo caso in cui gli internauti corrono troppo con la fantasia?
Una menzogna può fare il giro del mondo mentre la verità si sta ancora allacciando le scarpe – Mark Twain
Da dove nasce il “mito” di Heil Kitty e in cosa consiste
Secondo quest’assurda e incredibilmente appoggiata teoria, il primo nome del celebre personaggio non sarebbe stato “Hello Kitty” ma, per l’appunto, “Heil Kitty”. Una coincidenza sinistra, considerando che “Heil” evoca immediatamente il famigerato saluto nazista. L’idea è che l’azienda Sanrio, creatrice del marchio, avesse inizialmente scelto questo nome per rendere omaggio (o per ironizzare, a seconda della versione) su un periodo storico controverso. Ma c’è un problema: non esiste alcuna prova ufficiale che di ciò. Non ci sono documenti, né dichiarazioni che confermino questa teoria.

Eppure, lo spirito della leggenda ha perdurato ed ha continuato a circolare, sino ad arrivare ai giorni nostri, probabilmente perché alimentata da quel fascino morboso che si genera ogni volta che si insinua un legame tra qualcosa di innocente e il male assoluto.
Il Mistero della Bocca Mancante
Un altro elemento che accende il dibattito è la caratteristica più distintiva della piccola Kitty: la mancanza della bocca. Per alcuni, si tratterebbe solo un tratto stilistico, pensato per rendere il personaggio più neutro e universale. Per i più fervidi esponenti del complotto, però, tale scelta è tutt’altro che casuale. Anzi, la mancanza della bocca sarebbe un riferimento alle vittime della Seconda Guerra Mondiale, in particolare ai prigionieri di guerra costretti al silenzio. Altri ancora, invece, suggeriscono che il design sia ispirato alle maschere antigas utilizzate in quel periodo.
Al di là di ogni speculazione, però, la casa di produzione ha spiegato in più di un’occasione che il fatto di non possedere una bocca serva ad evidenziare che il simpatico peluche, a onor del vero, “parla con il cuore”
Ad ogni modo, le varie speculazioni sono state smontate più volte, pur non riuscendo a mettere definitivamente a tacere quelle voci dalla più improbabile immaginazione, spinte evidentemente da un mix irresistibile di fascino per il macabro e amore per i misteri irrisolti. La verità? Probabilmente è solamente una leggenda urbana, nata dal desiderio di trovare significati nascosti perfino dove non ce ne sono. Ma il fatto che una dolce gattina senza bocca possa diventare protagonista di una teoria tanto inquietante dimostra una cosa: la fantasia umana è più potente di qualsiasi strategia di marketing.
Strano ma vero? O forse solo incredibilmente affascinante?
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