Le raccolte fondi opache, spesso dedicate alle cause più urgenti e imprescindibili (si fa per dire), come finanziare il prossimo film su gatti che fanno yoga o costruire una statua gigante dedicata alla forchetta, sono all’ordine del giorno sebbene siano puntualmente quelle che ci fanno chiedere: “Ma davvero serve?“. Eppure, eccoci lì, ad osservare stupefatti mentre milioni fluiscono per progetti di dubbia utilità, con descrizioni vaghe e promesse altrettanto nebulose. Anzi, spesso e volentieri siamo i primi a prendervi parte, contribuendo alla diffusione di una generosità che è mal indirizzata. Un po’ quanto è accaduto nei giorni scorsi con Michelle Comi, influencer attiva su piattaforme come TikTok e OnlyFans che ha dato il via ad una nuova campagna su GoFundMe che ha fatto parecchio discutere.
La vera carità è senza ostentazioni, simile alla rugiada di un cielo, cade senza rumore nel seno degli infelici – Filippo Pananti
GoFundMe blocca la raccolta fondi di Michelle Comi
Nelle ultime settimane Michelle Comi ha fatto parecchio parlare di sè. La ragione è stata l’apertura di una raccolta fondi su GoFundMe, dove solitamente vengono aperte campagne finalizzate alla beneficenza, il cui scopo era quello di finanziare un intervento di chirurgia plastica al seno alla giovane. Incredibilmente, in meno di un giorno aveva raccolto ben €15.000, l’importo necessario per la sua mastoplastica additiva. Fortunatamente, però, la campagna è stata bloccata dalla piattaforma a causa delle numerose segnalazioni ricevute, che contestavano l’appropriatezza dell’iniziativa e tutti i fondi sono stati rimborsati ai donatori.
Nonostante la frustrazione per la chiusura improvvisa, Michelle ha dichiarato di voler continuare a cercare altre modalità per finanziare l’intervento. Davvero un bell’esempio, non c’è che dire. Questo episodio ha alimentato ulteriore astio nei suoi confronti, essendo lei già nota per dichiarazioni provocatorie e controversie. La maggior parte delle critiche che è stata in grado di generare, quasi tutte a dire il vero, erano legate all’uso più che discutibile del sito di crowdfunding, solitamente destinato ad altri usi.
Un esempio di cosa non dover diventare mai
Molti vedono il ricorso a GoFundMe per scopi personali e non essenziali come una mancanza di sensibilità nonché di rispetto verso le persone che utilizzano queste piattaforme per spese mediche urgenti, emergenze familiari o sostegno in situazioni di grave difficoltà economica. La raccolta fondi di Comi per un intervento di chirurgia estetica può essere vista come un esempio controverso per i giovani, poiché sembra incoraggiare l’idea che l’apparenza debba essere al centro delle proprie priorità, a tal punto da chiedere supporto economico per soddisfare un mero capriccio estetico.
Questo è un messaggio problematico e pericoloso, specialmente se si considera l’influenza che determinate personalità hanno sul pubblico (dei più piccoli in particolar modo). Tanti ritengono che le piattaforme di crowdfunding dovrebbero essere utilizzate per cause di reale necessità e che chi ha visibilità dovrebbe ispirare i giovani a valorizzare l’autenticità e l’accettazione di sé, piuttosto che inseguire l’approvazione esterna facendo ricorso alla chirurgia.
Il ruolo dei personaggi pubblici
Le figure pubbliche hanno un ruolo importante nel modellare i valori e le aspettative dei giovani, e scelte come queste potrebbe influenzare in modo negativo il rapporto con la propria autostima e l’immagine di sé. Le raccolte fondi dovrebbero avere altri fini, che non comprendono quello di soddisfare le fantasie banali di un influencer qualunque.
In Italia, ad esempio, molte famiglie faticano ad arrivare a fine mese, ci sono genitori con figli disabili che non riescono ad accedere alle cure necessarie per garantire una vita dignitosa ai loro figli e un’infinità di altre problematiche per le quali, spesso e volentieri, si ricorre alla beneficenza che finirebbero per venir sviliste completamente da mosse come queste. Il tema della disabilità, poi, richiede un impegno maggiore da parte delle istituzioni e della società per assicurare sostegno economico, accesso alle terapie e inclusione sociale.
Le campagne di raccolta fondi potrebbero essere utilizzate per cause come il finanziamento di cure mediche per chi non può permettersele, l’acquisto di ausili per disabili o il supporto alle famiglie in difficoltà economica. E invece, ci ritroviamo quotidianamente ad avere a che fare con personalità come Michelle. Di fronte a storie di persone che lottano per avere accesso alle cure di base, la scelta di chiedere aiuto economico per un intervento puramente estetico è sicuramente superficiale, pericoloso e inappropriato. E perché no, rischia addirittura di creare un precedente!
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