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Omicidio allo specchio (1987), un classico giallo di Arthur Penn

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Omicidio allo specchio

Omicidio allo specchio. La giovane Katie McGovern (Mary Steenburgen) è alla ricerca di un lavoro come attrice. Scopre quasi casualmente che dalle sue parti stanno facendo dei provini per un nuovo film. La ragazza si presenta e attira l’attenzione dell’aiuto regista, il signor Murray (Roddy McDowall) il quale la convince a seguirla in un lungo viaggio in macchina per conoscere il produttore e regista, il Dott. Joseph Lewis (Jan Rubes), paralitico, che vuole provinarla dal vivo.

Locandina ufficiale/Credit: Filippo Kulberg Taub

Katie, in difficoltà economiche anche a causa dell’incidente che ha reso temporaneamente invalido suo marito Rob (William Russ), accetta di partire da New York perché desiderosa di iniziare al più presto il nuovo lavoro. Quello che la giovane non sa è che il suo viaggio sarà solo l’inizio di un incubo.

Psicologia e adrenalina in “Omicidio allo specchio”

Arthur Penn affida il compito di rendere eccelso questo thriller psicologico alla sua protagonista, la sempreverde premio Oscar, Mary Steenburgen (Una volta ho incontrato un miliardario, Jonathan Demme, 1980) la quale si rivela un’attrice di prim’ordine. Il film è un cult della seconda metà degli anni Ottanta che non può mancare nella collezione degli appassionati di cinema.

Ispirato sublimemente al più celebre Mi chiamo Giulia Ross (My name is Julia Ross, Joseph H. Lewis, 1945), Omicidio allo specchio si basa quasi esclusivamente sul romanzo The Woman in Red di Anthony Gilbert e in questo caso, sebbene l’ambientazione sia diversa rispetto all’originale, il ruolo della Steenburgen è fondamentale per tutta la messinscena.

“Costretta” dal regista a dover addirittura interpretare tre ruoli quasi contemporaneamente, la Steenburgen riesce a fare appassionare lo spettatore e in alcuni momenti a farlo saltare dalla sedia.

Gli altri attori del film rimangono sullo sfondo e sembrano sbiadirsi man mano che la verità verrà a galla.

L’ennesimo capolavoro passato in sordina

Intenso, unico, inquietante, è uno di quei capolavori passati come sempre in sordina in quei favolosi anni Ottanta.

Le musiche spettrali di Richard Einhorn e una grande magione fatiscente immersa nella neve, faranno da scenografia perfetta per la protagonista che arriva a lottare contro sé stessa, Il folle dottore e il suo assistente e soprattutto contro la polizia che la crede una pazza scappata dal manicomio.

Frame del film/Credit: Filippo Kulberg Taub

In un gioco di specchi, solo il marito e il fratello di lei sono disposti a crederle. Forse!

Consigliato strettamente ad un pubblico di post adolescenti e, ovviamente, agli adulti, Omicidio allo specchio non ha perso dopo quasi 40 anni il suo antico splendore e deve essere a mio parere ricordato e valorizzato.

E allora cosa aspettate a togliere un po’ di ragnatele dal vostro videoregistratore o dal vostro lettore DVD? Il film da qualche tempo è disponibile anche su Amazon Prime Video in versione restaurata.

Io ero sola là fuori…non lo vedi cosa mi hanno fatto?!

Buona visione!

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Studioso e appassionato di cinema internazionale. Ha dedicato i suoi studi alle grandi figure femminili del cinema del passato specializzandosi alla Sapienza di Roma nel 2007 e nel 2010 su Bette Davis e Joan Crawford. Nel 2016 ha completato un dottorato di ricerca in Beni culturali e territorio presso l’Università di Roma, Tor Vergata con una tesi sull’attrice israeliana Gila Almagor. Ha scritto diversi saggi e articoli di cinema e pubblicato l’autobiografia inedita in Italia di Bette Davis, Lo schermo della solitudine (Lithos). Oggi insegna Lettere alle nuove generazioni cercando sempre di infondere loro fiducia e soprattutto amore per la storia del cinema.

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