Alla luce del ruolo centrale che le piattaforme online e i social network hanno assunto nelle nostre vite, è impossibile trascurare la crescita esponenziale (e al tempo stesso preoccupante) registrata dalle cosiddette “challenge” nel corso degli ultimi anni. Fenomeni virali, che si diffondono tra i più giovani e il cui unico scopo è quello di collezionare “mi piace” e raccogliere consensi facili, riscuotere approvazione da parte di altri internauti e ottenere visibilità spicciola. E fin qui, per carità, potrebbe perfino non esserci alcunché di male.
Peccato solo, però, che se fino a qualche tempo fa gli utenti avevano a che fare con giochi innocenti, ai quali si prestavano per puro divertimento ed intrattenimento, ora si ritrovano quasi esclusivamente (e nella maggior parte dei casi ingenuamente) ad aderire a prove tanto stupide quanto pericolose, che mettono a repentaglio sia la loro salute fisica che quella mentale. Un po’ quello che si sta verificando di recente con la tristemente nota “sex roulette“, una chiara dimostrazione del fatto che le conseguenze delle proprie azioni, specie quando queste vengono compiute in una realtà che di concreto ha ben poco, possono essere tutto fuorché virtuali.
“Perde chi rimane incinta”: quali sono le ragioni dietro al fenomeno della “sex roulette”?
Il prender parte ripetutamente a challenge insensate e il reiterare comportamenti dannosi, prendendo spunto da ciò che viene visto in rete, sembrano essere tra le principali abitudini di una generazione, quella odierna, che si approccia in modo errato al rischio aspettandosi, per di più, che nulla di negativo possa accadere. Un atteggiamento tossico, principalmente per se stessi, in merito alle cui ragioni si farebbe bene ad indagare e che richiama alla mente le parole del maestro Umberto Eco:
I social media danno diritto di parola a legioni di imbecilli che prima parlavano solo al bar dopo un bicchiere di vino, senza danneggiare la collettività
Eppure, sono numerosi quegli episodi di “tendenze virtuali” dai risvolti drammatici, in certe situazioni addirittura tragici, che avrebbero dovuto insegnarci qualcosa o, perlomeno, costituire un campanello d’allarme su un fenomeno ormai fuori controllo.
Il caso
L’ultimo caso, ad esempio, risale a pochi giorni fa e vede protagonista una ragazzina di 14 anni proveniente da Roma. A raccontare la vicenda è stata l’avvocato della famiglia della giovane, Marina Condoleo, membro dell’organizzazione Road to Green che si occupa di affrontare tematiche sessuali attraverso dei convegni negli istituti scolastici, la quale ha rivelato che la sua assistita, minorenne, si trova al sesto mese di gravidanza proprio per via della sua partecipazione ad uno degli incontri di “sex roulette”.
Si tratta del primo accertamento nella Capitale, ma, secondo Condoleo, potrebbero esserci altre ragazze che, per paura o per vergogna, non si sono ancora decise a confessare di “aver perso la sfida” rimanendo incinte. Ma in cosa consiste di preciso questa pratica ai limiti del reale?
Cos’è la sex roulette?
Come c’era da aspettarsi, la sfida, il cui nome ha origine dall’analogia con la roulette russa, parte con un messaggio su TikTok che reca un invito ad iscriversi a una chat on line chiusa. Una volta accettati, si viene catapultati all’interno di un gruppo di perfetti sconosciuti, utenti spesso (se non sempre) “minorenni”, i quali si danno appuntamento in case o giardini appartati dove tutti fanno sesso con tutti tassativamente senza preservativo. Il che, di per sè, rappresenta già un pericolo. La cosa peggiore, però, è che uno dei membri è segretamente positivo ad un’infezione sessualmente trasmissibile (IST) e decide di prender parte comunque all’iniziativa, ponendosi come potenziale untore dell’intera comitiva.
Dunque, i partecipanti si prestano a rapporti sessuali completi che li espongono, in maniera inevitabile, al rischio di contrarre patologie sessuali o, per le ragazze, di dare il via ad una gravidanza. L’idea che vi si nasconde dietro sarebbe quella di aggiungere un elemento “eccitante” alla cosa, trasformando l’elevata probabilità di contrarre una malattia potenzialmente letale (fatto di cui ognuno di loro dovrebbe essere al corrente pur non conoscendo l’identità del portatore) in una sorta di “gioco proibito”, perché tanto “è una challenge, cosa potrà mai accadere“? E invece, loro malgrado, ne vien fuori che di divertente o virtuale non c’è proprio un bel niente.
Altrettanto inquietante è il fatto che non si tratta neanche dell’unica sfida social a sfondo sessuale attualmente in circolazione. Oltre alla sex roulette, infatti, ci sono anche i Chinotto o i Calippo Tour, in cui le ragazze vanno in giro per l’Italia a praticare rapporti orali a chiunque, non curanti degli effetti a cui vanno incontro. Ma quali sono le ragioni dietro ad un comportamento così sfrenato e senza regole che pare esser particolarmente diffuso tra i giovani d’oggi?
Considerazioni morali, sociali ed educative
Ribadendo ancora una volta che si tratta di una “moda” la cui gravità non può passare inosservata, se si guarda soltanto all’aspetto morale ed etico in sé, è chiaro che ci troviamo di fronte alla trasformazione di un atto profondamente personale e importante (per alcuni perfino “sacro”) nella vita di ciascun essere umano, ossia quello di mettere alla luce un figlio, in una mera prova di coraggio o di prestazione sociale, la quale sottolinea un notevole fraintendimento delle responsabilità e delle conseguenze legate alla vita. Ma non solo. Non si può nemmeno soprassedere su quelle variabili sociali che rivestono senza ombra di dubbio una parte fondamentale in questa dinamica.
Difatti, è evidente il ruolo che i social network svolgono nell’influenzare coloro che ne fanno uso. Tralasciando per un attimo il modo in cui hanno cambiato i rapporti interpersonali e le modalità di relazionarsi con il prossimo, piattaforme come TikTok, Instagram o Snapchat, per citarne alcune, benché possano essere degli strumenti utili all’interconnessione e alla creatività, spesso e volentieri fungono da scenario ideale per lo sviluppo e la conseguente amplificazione di queste tendenze. Quegli algoritmi, che ci sforziamo tanto e invano di comprendere, premiano la viralità e il contenuto “scioccante”, incoraggiando gli iscritti a crearne continuamente di nuovi e più “estremi”.
Eventuali contromisure
Nel caso della “sex roulette”, e in particolar modo delle conseguenti “pregnancy roulette“, la gravidanza viene ridotta ad un semplice escamotage per innalzare l’engagement del proprio account, il che testimonia, in aggiunta a quanto detto poco fa, anche un’evidente mancanza di consapevolezza su una serie di tematiche tra coloro che vi prendono parte e chi rimane lì ad osservare.
Un primo passo sarebbe quello di approvare delle politiche interne ai network più ferree, che consentano di intervenire moderando i contenuti e limitando la diffusione di quelli più dannosi. Tuttavia, affinché queste abbiano un effetto concreto (ci sono già delle norme in vigore, ma al netto dei recenti avvenimenti sono del tutto inefficaci), è necessario che siano affiancate ad un solido supporto delle famiglie e dell’intera comunità, e ad una corretta educazione sessuale che, il più delle volte, manca. Perché, diciamocelo, nella società attuale il sesso lo praticano tutti, ma nessuno ne parla. O meglio, sono solo in pochi a farlo in modo adeguato.
Mancanza di educazione sessuale
Purtroppo, l’educazione sessuale non è tutt’ora una materia obbligatoria nelle scuole italiane e fare divulgazione sul tema risulta piuttosto complicato. Per quanto ci si sforzi di organizzare incontri mirati e giornate dedicate, questi non sono sufficienti o funzionali per una completa divulgazione. Numerosi, poi, sono gli ostacoli, soprattutto perché toccare determinati argomenti significa partire dal presupposto che non tutti possono contare sul medesimo bagaglio di conoscenze. In più, non è raro incappare in guru del web o in personalità non esperte in materia che si espongono sulla qualunque o si pronunciano a sproposito pretendendo pure di saperne qualcosa. Così come in casa, in famiglia, dove non se ne parla mai abbastanza.
Viviamo in un’epoca in cui diversi tabù o miti (come la masturbazione femminile) sono stati sfatati, ma, ciò nonostante, il metodo di approccio ad un ambito così delicato rende nulli tutti i traguardi raggiunti. Esso genera parecchia confusione e contribuisce alla diffusione di informazioni errate o travisate, anziché sensibilizzare quante più persone possibili e far sì che ci sia una maggiore consapevolezza su pratiche, cause ed effetti, rischi e rimedi. Le prove di questa pessima educazione sessuale (a cui dovrebbe far seguito un’educazione all’affettività, al rispetto di sè e degli altri) sono ovunque, basti pensare allo scarso utilizzo del preservativo (viene usato soltanto da 4 adolescenti su 10) oppure all’incremento dei casi di positività a malattie a trasmissione sessuale come la sifilide o l’HIV.
Distacco dalla realtà
Per non parlare dell’industria della pornografia, la cui presa sui ragazzi è decisamente molto forte e rischia di generare in loro un imprinting irrimediabilmente irrealistico. Ma non sarà forse proprio la loro alterata percezione della realtà la causa principale di ciò a cui assistiamo adesso? In una sex roulette il sesso è fin troppo reale, ma nasce da una tensione proveniente dal mondo virtuale: mondo che per i ragazzi è perfino più reale del reale. Insomma, due piani che non si conciliano e si esprimono attraverso codici differenti, sebbene le loro cause e i loro effetti siano strettamente correlati.
Domande a cui servono risposte
Ma perché non si riesce più ad aver alcuno stimolo dall’ambiente che ci circonda? Chissà, magari siamo talmente abituati a vivere in un contesto in cui abbiamo tutto quello che ci occorre a portata di mano da desiderare sempre di più? O forse è il bisogno di inibizione causato dall’eccesso di stimoli che ci bombarda quotidianamente la causa scatenante di questa sorta di “ribellione”? Da cosa nasce l’incessante fabbisogno di creare delle competizioni, per giunta inutili? Il costante bisogno di “sentirsi vivi” e l’inestinguibile sete di provare un senso di onnipotenza verso le conseguenze dei propri gesti? Che sia pura voglia di libertà? C’è un disagio esistenziale dietro tutto questo?
Sono questi i quesiti a cui quali dovremmo trovare delle risposte. La necessità costante di approvazione, il bisogno di sentirsi parte di qualcosa, pur pericoloso che sia, o di ottenere una forma di riconoscimento digitale, spesso misurato in like, visualizzazioni e commenti, diventano più forti della capacità di discernere ciò che è giusto da ciò che palesemente non lo è e sono il chiaro di aiuto di una generazione, con ogni eventualità, andrebbe ascoltata, capita, e perché, magari persino guidata e aiutata!
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