Due produzioni mediatiche, “La storia di Matilde” su Rai Play e il podcast “Narciso” di Selvaggia Lucarelli, uscite entrambe il 24 gennaio, parlano di abuso narcisistico e illuminano da prospettive diverse le dinamiche della violenza psicologica, offrendo uno spunto per comprendere meglio un fenomeno che, ahinoi, avvelena sempre più e in maniera trasversale la società contemporanea. I media stessi hanno iniziato a porre maggiore attenzione su questi temi, non solo per sensibilizzare, ma anche perché le storie di abuso risuonano profondamente con il pubblico, generando empatia e consapevolezza.
Rai Play con La storia di Matilde e il podcast Narciso di Selvaggia Lucarelli
Da una parte, Rai Play ha lanciato la serie “La storia di Matilde”, la storia di un’adolescente alle prese con la sua prima relazione amorosa, che si rivela ben presto una spirale tossica fatta di gelosia, controllo e manipolazione. Matilde, una ragazza brillante e serena, viene lentamente isolata dalle sue amicizie e privata della sua serenità. Nonostante le difficoltà, trova la forza di liberarsi dal fidanzato possessivo, anche se non senza conseguenze. “Matilde” ricorda il caso di Giulia Cecchettin per certi aspetti e rappresenta un monito sull’importanza di riconoscere i segnali di abuso già nei primi stadi delle relazioni.
Dall’altra parte, Selvaggia Lucarelli ha dato l’avvio al podcast “Narciso”, che ricostruisce la tragica vicenda di Giulia Ballestri, uccisa dal marito Matteo Cagnoni. Un caso emblematico di femminicidio che, come sottolinea Lucarelli, incarna tutte le dinamiche tipiche della violenza di genere: i campanelli d’allarme ignorati, la resistenza della vittima nel voler cambiare vita e l’escalation letale di un uomo che percepisce la libertà della moglie come un affronto intollerabile. Il podcast diventa uno strumento potente per analizzare il fenomeno dal punto di vista sociologico, mettendo in evidenza come il controllo e la manipolazione siano spesso il preludio alla violenza estrema.
Relazioni tossiche tra adolescenti: Matilde su Rai Play
La storia di Matilde si inserisce in un contesto culturale dove gli adolescenti sono particolarmente vulnerabili a dinamiche manipolative. Le prime relazioni amorose spesso vengono idealizzate, e il confine tra passione e possesso risulta sfocato. In un mondo iperconnesso, dove i social media amplificano il bisogno di approvazione e rafforzano il controllo (messaggi continui, richieste di geolocalizzazione, condivisione di ogni dettaglio della vita privata), i giovani possono cadere più facilmente vittime di partner narcisisti. Spesso, i segnali d’allarme vengono ignorati o minimizzati sia dalla vittima che dal contesto sociale circostante, che non sempre è pronto a riconoscere o contrastare queste dinamiche.
Abuso narcisistico nelle coppie adulte: il podcast di Selvaggia Lucarelli
Nelle coppie adulte, come nel caso di Giulia Ballestri, la violenza psicologica si manifesta con una forza ancora maggiore, così come ci racconta Selvaggia Lucarelli nel podcast “Narciso”. Gli anni di relazione creano una rete di dipendenze emotive, economiche e sociali che rendono estremamente difficile per la vittima spezzare il legame. Il narcisista costruisce un’immagine pubblica di perfezione che contrasta con la crudeltà privata, lasciando spesso la vittima isolata e incompresa. La decisione di Giulia di lasciarsi tutto alle spalle ha infranto l’equilibrio di potere costruito dal marito, portando all’epilogo tragico.
Reagire all’abuso narcisistico: la libertà non è un lusso, è vita
E’ bene che i media rendano sempre desta l’attenzione su questo argomento perchè non dobbiamo parlarne solo il 25 novembre, Giornata Mondiale della Violenza sulle Donne. E’ bene che sia dia voce a certe dinamiche private ma al contempo sociali. Restare in silenzio significa legittimare l’abuso, tollerarlo, volte anche normalizzarlo, addirittura trovare giustificazioni o attenuanti.
Ogni donna e ogni media che scelga di alzare la voce contro una relazione tossica non salva solo sé stessa: allunga la mano verso chiunque viva nello stesso inferno emotivo. Ricordiamoci che l’amore non è controllo, non è paura, non è inganno emotivo.
Reagire è possibile e parlarne è un dovere di tutti. E’ necessario che sia indiscutibile il fatto che ogni donna ha il diritto e il dovere di insistere per la propria libertà perché la libertà non è un lusso. È vita.
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