Quando pensiamo al lattice, generalmente, molti di noi immaginano guanti monouso, palloncini colorati o il rivestimento lucido di certi indumenti. In altre parole, oggetti che sembrano provenire direttamente da un laboratorio chimico, intrisi di artificiosità e che nulla hanno più di naturale o assimilabile alla propria materia prima, perlomeno visivamente. Eppure, il più delle volte la verità può essere sorprendente: il lattice è un prodotto naturale estratto dagli alberi, con che affondano le radici nella terra, e non in un qualche complesso industriale.
La natura non fa [mai, ndr.] nulla di inutile – Aristotele
Come si estrae il lattice?
Il lattice naturale proviene dal Hevea brasiliensis, noto come albero della gomma, una pianta originaria delle foreste pluviali dell’America Latina. Questo arbusto produce una linfa lattiginosa – da cui il termine “lattice” – che viene raccolta incidendo delicatamente la corteccia, un processo simile alla raccolta della linfa per lo sciroppo d’acero. Non solo è un prodotto naturale, ma il metodo di estrazione è straordinariamente sostenibile: l’albero continua a crescere e produrre per anni, senza essere abbattuto.
Eppure, per molti, la percezione del lattice rimane ancora strettamente legata alla chimica, ai processi industriali. Insomma, ad un qualcosa di innaturale. Chissà, forse tale sensazione è in parte dovuta al diffuso utilizzo di suddetto materiale in prodotti sintetici o magari anche alla nostra inclinazione culturale ad etichettare tutto ciò che appare “troppo perfetto” come artificiale. Un guanto elastico, resistente e sottile come carta velina, non può che essere frutto di laboratorio, giusto? E invece, checché se ne dica, il lattice naturale ci sfida a riconsiderare questa dicotomia tra naturale e artificiale.
Un prodotto naturale estremamente versatile
Per di più, si tratta di un prodotto naturale che è perfino incredibilmente versatile. Pensiamo alla gomma naturale, utilizzata per creare pneumatici, preservativi, elastici e centinaia di altri prodotti. La sua elasticità e resistenza derivano da un fenomeno chimico straordinario: le molecole di polimeri di cui è composto sono disposte come una rete che può essere stirata e poi tornare alla forma originale. Madre Natura, si potrebbe dire, ha fatto il primo passo verso la creazione del “design elastico” molto prima di noi.
Ciò solleva una questione intrigante: perché diamo così per scontato che un materiale con queste caratteristiche debba essere artificiale? Probabilmente è il nostro rapporto con la natura che ha perso il senso di meraviglia. Ci siamo abituati a pensarla come qualcosa di limitato a foglie, fiori e rocce, dimenticando che può anche essere sorprendentemente ingegnosa e complessa. In un’epoca in cui il dibattito sull’impatto ambientale è centrale, il lattice ci impartisce quindi una lezione preziosa. Ci ricorda che molte delle soluzioni alle nostre esigenze non devono essere create da zero, ma possono essere trovate, migliorate e valorizzate direttamente dalla natura. Certo, la gomma sintetica esiste ed è prodotta attraverso processi chimici, ma il lattice naturale rimane una risorsa insostituibile e sostenibile per molte applicazioni.
Perciò, la prossima volta che indossiamo un paio di guanti in lattice o gonfi un palloncino, fermiamoci un attimo. Pensiamo a quell’albero lontano, immerso in una foresta tropicale, che ha donato il suo prezioso latte bianco per creare qualcosa di così incredibilmente utile. Strano ma vero, il lattice è una testimonianza dell’ingegnosità della natura, un esempio di come il mondo naturale sia in grado di sorprenderci continuamente, se solo sappiamo guardarlo con occhi nuovi!
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