La bellezza è un concetto piuttosto complesso, quasi impossibile da definire in poche e semplice parole, e forse è proprio per questo che, nel corso del tempo, si è continuamente ritrovata al centro di numerosi ed accesi dibattiti. I suoi cosiddetti “canoni”, infatti, hanno portato le persone ad averne una concezione completamente distorta, incoraggiandole sempre di più a raggiungere (e ad adeguarsi a) standard di perfezione che risultano essere inesistenti. Oggi più di ieri, inoltre, l’influenza dei mass media e delle piattaforme virtuali ha contribuito ancora di più ad associarne il significato a fattori superficiali legati all’aspetto fisico spingendo molti, per non dire troppi, a ritenere che questa possa risiedere nella simmetria del volto, in determinate forme del corpo o in un certo tipo di pelle.
Sebbene oggigiorno si tendano a celebrare maggiormente la diversità e l’unicità rispetto al passato, la pressione sociale verso modelli estetici di fatto irraggiungibili, soprattutto perché di solito questi si presentano come filtrati o ritoccati, è decisamente forte e non fa altro che alimentare una disconnessione dalla realtà piuttosto preoccupante. La bellezza, però, quella vera, la si dovrebbe riscoprire nella naturalezza, nell’autenticità, nel modo in cui ognuno di noi esprime se stesso, andando oltre l’esteriorità e abbracciando le imperfezioni che ci rendono unici, nelle emozioni e nei piccoli atti quotidiani di gentilezza o amore. Anche perché, sinceramente parlando, quello che si crede essere “bello” il più delle volte dipende unicamente da ciò che la società promuove. Sta a noi, poi, saper guardare al di là delle apparenze.
Un punto di vista, quest’ultimo, condiviso dall’attore, modello e dottore agronomo Andrea Candeo, neo-eletto vincitore dell’ambita fascia de “Il + Bello d’Italia“.
Il concorso nazionale e la vittoria del giovane di origini comasche
Istituito nel 1979 e ideato dai fratelli Silvio Fasano e Antonio Fasano, con la collaborazione di Rudy Valli, “Il + Bello d’Italia” è un concorso nazionale che elegge annualmente colui che, più di ogni altro, rispecchia i valori estetici del nostro Paese e nel tempo sono stati molti i volti noti dello showbiz che hanno potuto dare il via alle loro carriere grazie alla vittoria del titolo. Basti pensare a Gabriel Garko, Paolo Conticini, Giorgio Mastrota e chi più ne ha, più ne metta. Una lunga lista, dunque, alla quale si è da poco aggiunto perfino Candeo.
Difatti, si è tenuta proprio ieri sera ad Alassio, in provincia di Savona, la finalissima della 46esima edizione della manifestazione, una serata durante la quale una giuria di esperti del settore ha scelto il giovane comasco di 32 anni all’interno di un gruppo di ragazzi provenienti da tutte le regioni. Attraente, carismatico e di talento, a differenza dei suoi predecessori ha già un percorso avviato nel mondo dello spettacolo, avendo preso parte a diversi programmi televisivi e prestando il volto al protagonista dei videoclip ufficiali dei singoli estratti dal concept album L’Amore Dietro Ogni Cosa (2022, New Music Group), e sul palco, al momento dell’incoronazione, ha voluto ricordare al pubblico che:
La bellezza è una fortuna, non certo un merito di cui vantarsi. Anzi, dovremmo tutti imparare ad essere belli dentro prima di esserlo fuori
Per questo, abbiamo deciso di raggiungerlo telefonicamente e di intervistarlo per voi. Buona lettura!
Andrea Candeo – L’intervista
Buon pomeriggio Andrea e benvenuto tra le pagine de L’Opinione.com. Si è svolta ieri la finalissima de “Il + Bello d’Italia” che ti ha visto conquistare il podio e, di conseguenza, venir eletto “modello estetico” a livello nazionale. Che effetto fa?
Sicuramente è stato qualcosa di inaspettato. Stento ancora a credere di aver vinto vista la forte competizione che c’è oggigiorno nel settore. Diventare dei modelli, poi, e soprattutto essere dei ‘buoni modelli’ che possano trasmettere dei valori giusti, non è un compito alla portata di chiunque e comporta numerose responsabilità. Per carità, la bellezza è un dono, non certo un merito del quale vantarsi, ma se con questo titolo posso contribuire alla diffusione di un messaggio positivo che vada oltre ciò che la gente comunemente crede, accetto l’incarico ben volentieri e mi impegno a portarlo avanti al meglio delle mie possibilità.
Non sarà certamente il tuo caso dal momento che hai già un relativo bagaglio di esperienze sul campo, tuttavia sono tanti i personaggi noti che devono l’inizio della propria carriera ad una fascia appartenente ora a te. Pensi che senza di essa non avrebbero potuto riscuotere il medesimo successo? E per te, invece, cosa credi che possa significare?
Fornire una risposta semplice ed esaustiva non è così immediato. Innanzitutto, bisogna sottolineare che la società di oggi è nettamente differente da quella di ieri. In passato, chiunque volesse intraprendere una carriera nel mondo dello spettacolo non aveva a disposizione molti canali di comunicazione per emergere, pertanto vincere il titolo poteva significare realmente aver ottenuto ‘l’occasione di una vita’. Un esempio è Gabriel Garko che, dopo aver conquistato il podio ed essendo riuscito a piantare bene i suoi semi lungo la strada, è divenuto l’attore che conosciamo tutti.
Al momento, invece, siamo talmente circondati da metodi, piattaforme e stratagemmi per farci notare che la maggior parte di coloro che si presentano alle selezioni, un po’ come me, ha già un percorso avviato. Di conseguenza, potrei ipotizzare che magari avrebbero riscosso il medesimo successo, ma con qualche difficoltà in più lungo il percorso. Certo, la fascia resta comunque un passe-partout che apre infinite porte e regala innumerevoli occasioni. Io sono aperto a qualunque possibilità perché credo che tutto possa accadere, basta solo volerlo!
Come ci hai appena ricordato, oltre che attore e modello, sei anche e prima di tutto un dottore agronomo specializzato. Alla luce della considerazione che tante persone hanno dei concorsi di bellezza, pensi che la tua partecipazione (e conseguente vittoria) possa minare la credibilità della tua professione?
Sono convinto che in alcune situazioni possa essere un fattore che faccia la differenza. Ritengo che attualmente l’abito faccia seriamente il monaco e me ne rammarico ogniqualvolta ci penso perché, nel 2024, le cose dovrebbero prendere un’altra direzione. Ogni occasione o professione richiede un certo modo di presentarsi e di porsi nei confronti degli altri. Nel mio ambito lavorativo, svariate volte mi è capitato di essere giudicato a priori per ciò che faccio, ma con il mio impegno e la mia dedizione al lavoro sono riuscito a far ricredere moltissime persone. Poi, vero è che l’esporsi comporta proprio questo, ossia ricevere non solo elogi ma anche critiche. Bisogna saper stare al gioco ed incassare. Io vado avanti a testa per il mio percorso e se qualcuno è contento per i risultati che raggiungo, tanto meglio!
Ritieni ci sia un eccesso di pregiudizio?
Purtroppo sì. L’Italia è un Paese che, sotto diversi punti di vista, risulta essere straordinariamente bigotto e arretrato. Siamo portati a pensare in maniera automatica che chiunque curi la bellezza esteriore, o possegga oggettivamente un aspetto bello ed affascinante, non abbia nient’atro da offrire. E poi, cos’è veramente la bellezza? Per l’appunto, non è soltanto una questione estetica, ma di animo. L’immagine che regaliamo agli altri di noi stessi deve essere accompagnata da una sostanza che riesca a supportarla, e perché no, perfino a valorizzarla ulteriormente. Quando questo connubio viene a mancare, si può parlare di bellezza sterile e fine a se stessa. Perciò, finiamola con lo stereotipo dei “belli e buoni a niente”, non è assolutamente vero. Ci saranno di sicuro dei casi, ma non si può fare di tutt’erba un fascio!
In ogni caso, è innegabile che l’estetica e i suoi canoni esercitino una notevole pressione sulla società attuale…
Certo, ma sta a noi riuscire a svincolarci da particolari dettami e andare oltre l’apparenza. Considerati gli innumerevoli problemi che affrontiamo ogni giorno e le sfide che l’umanità intera, sono ben altre le questioni di cui dovremmo preoccuparci. Per questo, mi piacerebbe poter sfruttare la visibilità che la fascia de “Il + Bello d’Italia” offre per poter sensibilizzare, attraverso anche la mia professione di agronomo, quante più persone possibili sulle tematiche che mi stanno a cuore. Prima fra tutte la salvaguardia dell’ambiente perché, oltre che di noi stessi e della nostra bellezza esteriore, dovremmo imparare a prenderci cura della bellezza e dell’armonia di ciò che ci circonda, cercando di essere delle persone che siano belle dentro, per poter continuare a vivere in un mondo che va tutelato e rispettato.
A chi dedichi la tua vittoria?
La dedico a tutti quelli che vivono liberamente e decidono di mostrarsi per come sono realmente. La dedico a chi, nonostante tutto, sceglie di rimanere sempre e comunque fedele a se stesso. E infine, la dedico alle donne che trovano il riscatto nella vita credendo in loro stesse, in particolare alla tempra di mia nonna Lina, alla delicatezza di mia sorella Maria, e all’instancabilità di mia mamma Stefania che è riuscita da sola, senza l’aiuto di nessun uomo, ad affrontare e superare ogni ostacolo.
Il video della cerimonia di assegnazione del titolo:
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