Ogni anno l’Istituto Treccani sceglie una parola che rappresenta lo spirito del tempo, un termine che racchiude in sé le sfide e i cambiamenti più importanti del momento. Per il 2024, benché si stenterebbe a crederlo, ad essere scelta è stata la parola “rispetto”, e questo mentre in molti continuano a chiedersi: si tratta realmente di un valore che abbiamo appreso? D’altronde, tale decisione si accompagna ad un gesto significativamente profondo e si tramuta senza ombra di dubbio in un invito a riflettere sul posto, nella nostra scala delle priorità, che il “rispetto” occupa. Anche perché, come diceva Laurence Sterne:
Il rispetto per sé stessi guida la nostra moralità; il rispetto per gli altri guida le nostre maniere
Un valore universale, ma sul quale bisogna lavorare ancora molto: ecco cos’è il rispetto nel 2024
Il rispetto è un valore universale che riguarda il modo in cui trattiamo gli altri, l’ambiente e noi stessi. Equivale a riconoscere i diritti, le opinioni e i sentimenti delle persone, persino quando essi sono diversi dai nostri. Ma non solo, anzi. Può (e DEVE), in maniera del tutto imprescindibile, legarsi all’osservanza di quelle regole che il “vivere in una società civile” impone, alla protezione del mondo che ci circonda e al riconoscimento del valore di ogni singolo individuo. Insomma, una serie di aspetti sui quali, sfortunatamente, dobbiamo lavorare ancora un po’.
Negli ultimi anni, infatti, abbiamo assistito ad un crescendo di insidie, lotte e conflitti su larga scala a livello sociale da domandarsi dove sia finito quel “rispetto” di cui tanto si parla. Conflitti internazionali, emergenze climatiche, disparità, crisi umanitarie senza precedenti e chi più ne ha, più ne metta. Uno scenario non propriamente roseo, dunque, dinanzi al quale l’azione della Treccani assume una maggior rilevanza, ossia quella di un richiamo alla nostra più pura umanità.
Accettazione delle diversità
In effetti, tra gli altri, uno degli aspetti fondamentali è l’accettazione delle diversità. In una società sempre più multiculturale e globalizzata, incontriamo ogni giorno persone con culture, religioni, orientamenti sessuali e abilità diverse. Rispettare queste differenze vuol dire non solo tollerare chi non è uguale a noi, ma anche apprezzare e valorizzare ciò che ognuno può offrire. La diversità è una ricchezza che arricchisce e aiuta a crescere in quanto esseri umani.
Purtroppo, però, episodi di razzismo, discriminazione e odio continuano a verificarsi in ogni angolo del pianeta e spesso far fronte ad essi può risultare piuttosto pericoloso. Alla luce di ciò, la scelta di Treccani può essere vista come un incoraggiamento alla costruzione e alla diffusione di una cultura più inclusiva, dove ciascun individuo venga trattato con dignità, indipendentemente dal credo, dall’etnia, dall’orientamento sessuale o dal genere.
Diritti di genere
E parlando di “genere”, un altro ambito in cui il rispetto è particolarmente necessario è quello dei diritti delle donne. Al di là innumerevoli passi in avanti, le donne sono tutt’ora oggetto di discriminazioni, violenze e disparità, sia sul lavoro che nella vita quotidiana. Per questo, la mossa recentemente attuata dall’Istituto è controversa perché sta ad indicare una garanzia di uguaglianza in un assetto sociale che non è ancora pronto.
Dovremmo saper ascoltare le donne, riconoscerne il valore e combattere ogni forma di ingiustizia, abuso e sopruso. A mancare il più delle volte, però, è un’azione collettiva che coinvolga in numerosi ambiti in cui tutto ciò avviene: dalle famiglie alle scuole, dalle istituzioni ai media. Riusciremo, in un futuro prossimo, a comprendere che non basta riempirsi la bocca di belle parole se poi a quest’ultime non fanno seguito azioni concrete?
Più rispetto per una società più pacifica ed equa
Il rispetto, inoltre, è alla base di una società giusta e pacifica. Quando viene a mancare, non possono esserci dialogo, comprensione o cooperazione. Se al contrario ci rispettassimo maggiormente a vicenda, saremmo senza ombra di dubbio più aperti, tolleranti e capaci di trovare soluzioni comuni ai problemi che affrontiamo. Non a caso, rispettare gli altri implica riconoscere che ogni persona ha un valore unico e che le differenze non devono essere motivo di divisione, ma una fonte di arricchimento reciproco.
In un periodo storico segnato da divisioni, conflitti e disuguaglianze, quindi, il termine “rispetto” incarna un messaggio imprescindibile perché si lega a doppio filo alla costruzione di un saper vivere comune pacifico, inclusivo ed equo.
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