Sanremo è più di una semplice competizione canora. Il Festival della Canzone Italiana è lo specchio di un’Italia che cambia, un palcoscenico che, anno dopo anno, ha raccontato l’evoluzione della nostra società attraverso le note, le melodie e le voci dei suoi protagonisti. Dalle atmosfere romantiche e orchestrali degli anni ’50, passando per le rivoluzioni sonore del rock e del pop, fino all’era dei talent e delle contaminazioni urban, la kermesse ha attraversato ogni stagione musicale senza mai perdere il suo fascino. E mentre aspettiamo di scoprire chi sarà il vincitore di quest’anno dell’ambitissimo Leone d’Oro, facciamo un tuffo nel passato e ripercorriamo tutti i trionfi, cavalcando l’evoluzione dello stile musicale che ha caratterizzato ogni epoca.
Sanremo tira fuori il sociologo che alberga in noi – Aldo Grasso
Dagli albori di Sanremo ai tempi moderni: i cambiamenti apportati da ogni vincitore del “Leone d’Oro”
Il trionfo della melodia italiana (1951-1969)

Sanremo nasce nel 1951, in un’Italia che cerca di rialzarsi dopo la guerra. Le prime edizioni vedono dominare Nilla Pizzi, che con “Grazie dei fiori” inaugura il mito del Festival. Le canzoni di quegli anni sono vere e proprie romanze moderne, intrise di sentimenti profondi e strutturate su melodie classiche. Il bel canto è il re indiscusso per diverso tempo e artisti come Claudio Villa, Domenico Modugno, Tony Renis e Gigliola Cinquetti portano avanti una tradizione musicale che rimarrà nell’immaginario collettivo. Il 1958, però, segna una prima rivoluzione perché, come già anticipato nel nostro #FOCUS, Modugno con “Nel blu dipinto di blu” introduce un sound più internazionale e permette al pubblico di scoprire che la canzone italiana può essere più dinamica, più aperta al mondo. Ed è da qui che parte la lenta, ma inesorabile, trasformazione del Festival.
Gli anni ‘70: il fermento del cambiamento
Negli anni ‘70 la kermesse oscilla tra tradizione e innovazione. Accanto ai grandi classici come “Il cuore è uno zingaro” (1971) di Nada e Nicola Di Bari o “Un grande amore e niente più” (1973) di Peppino Di Capri, infatti, iniziano ad emergere sonorità più moderne e audaci. Nel 1978, ad esempio, i Matia Bazar con “…e dirsi ciao!” portano una ventata di pop sofisticato, mentre gli Homo Sapiens con “Bella da morire” (1977), già l’anno precedente, strizzano l’occhio al rock melodico. È un decennio di transizione, in cui la canzone italiana inizia a mescolarsi con influenze estere, preparando il terreno per le rivoluzioni musicali successive.
Gli anni ‘80: esplosione pop e contaminazioni elettroniche

L’arrivo degli anni ‘80 segna il dominio di un pop più raffinato, spesso arricchito da arrangiamenti elettronici e orchestrazioni più moderne. Alice con “Per Elisa” (1981) introduce atmosfere dark e sofisticate, mentre Eros Ramazzotti con “Adesso tu” (1986) vince e porta un pop romantico che lo apre al panorama mondiale.
Sanremo diventa, inoltre, il trampolino di lancio per artisti che faranno la storia della musica italiana: Toto Cutugno, Al Bano e Romina Power, Gianni Morandi, Enrico Ruggeri, Umberto Tozzi e Massimo Ranieri firmano brani che restano impressi nella memoria collettiva. Gli arrangiamenti si fanno più internazionali, le ballad convivono con pezzi dal sound più incalzante e le radio iniziano a suonare sempre più canzoni sanremesi.
Gli anni ‘90: tra romanticismo e nuove sperimentazioni
Se gli anni ‘80 sono il trionfo del pop, gli anni ‘90 vedono l’ascesa delle grandi voci. Giorgia con “Come saprei” (1995) eleva Sanremo a un livello di qualità vocale senza precedenti, mentre Anna Oxa con “Senza pietà” (1999) segna l’incontro tra grinta e sensualità. È anche il decennio delle sorprese: i Jalisse con “Fiumi di parole” (1997) vincono tra mille polemiche, mentre l’alternativa musicale si fa strada con Enrico Ruggeri e “Mistero” (1993). La manifestazione si apre dunque alle nuove generazioni, tra tradizione e sperimentazione.
Gli anni 2000: Sanremo tra crisi e rinascita
I primi anni 2000 sono un periodo complesso per Sanremo. L’arrivo dei talent show e la rivoluzione digitale cambiano il modo di fruire la musica, e il Festival sembra faticare a stare al passo. Tuttavia, emergono artisti destinati a lasciare un segno: Elisa con “Luce (Tramonti a nord est)” (2001) porta una raffinatezza inedita, mentre Marco Masini con “L’uomo volante” (2004) e Francesco Renga con “Angelo” (2005) mantengono viva la tradizione della ballad sanremese. Verso la fine del decennio, si registra una maggiore apertura nei confronti dei talent show, con la vittoria di Marco Carta (2009) e Valerio Scanu (2010), dando il via ad una nuova ed ulteriore fase.
Gli anni 2010 e gli anni ’20: Sanremo come specchio del presente

Dal 2010 in poi, Sanremo diventa una vera e propria vetrina per i talent e i nuovi suoni della musica italiana. Emma, Marco Mengoni, Il Volo dominano la scena, mentre Francesco Gabbani con “Occidentali’s Karma” (2017) riporta al centro la canzone “tormentone”. Nel 2019 arriva Mahmood con “Soldi”, portando il sound urban e internazionale per la prima volta in vetta al Festival.
Gli ultimi anni, infine, vedono la manifestazione come un mix di tutto ciò che è stato e di ciò che sarà. Diodato con “Fai rumore” (2020) regala un inno alla solitudine in piena pandemia: da lì in poi, infatti, avremmo vissuto il lockdown, le zone rosse, le autocertificazioni e il Festival a porte chiuse. Era il 2021 quando la kermesse, per la prima volta, si è tenuto senza pubblico in sala. Sono stati i Måneskin con “Zitti e buoni” a trionfare, spazzando via ogni tradizione e riportando il rock in prima linea, tanto da svettare anche all’Eurovision.
Ma il romanticismo al Festival non muore mai: Mahmood e Blanco con “Brividi” (2022) emozionano con un duetto intenso e contemporaneo. E nel 2024, Angelina Mango con “La noia” dimostra come il Festival sappia ancora intercettare i gusti delle nuove generazioni, tra pop raffinato e testi profondi.
E il futuro?

Ebbene, Sanremo ha attraversato decenni, mode e rivoluzioni musicali senza mai perdere il suo ruolo centrale nella cultura italiana. Ogni edizione è un tuffo nel passato e uno sguardo al futuro, un ponte tra generazioni diverse unite dalla stessa passione per la musica. Chi vincerà quest’anno? Chissà, è ancora troppo presto per dirlo, ma una cosa è certa: qualunque sia il genere, la melodia o l’artista, Sanremo continuerà a essere il cuore pulsante della musica nostrana.
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