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Elon Musk e i commenti sulla figlia transgender: quando i soldi possono tutto, meno che comprare un cervello nuovo!

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Elon Musk

Al giorno d’oggi, viviamo in un mondo dove in molti (in troppi, oserei dire) ritengono che l’intelligenza sia una merce di lusso e che i soldi, quella moneta apostrofata come “volgare” soltanto quando si tratta di quella degli altri, siano una sorta di passaporto per la saggezza. Peccato solo, però, che, come del resto la Storia ci ha insegnato e Elon Musk non perde occasione di ricordarci, non sempre avere il portafoglio pieno implichi anche il possedere una mente brillante.

Anzi, il più delle volte sembra che più i conti in banca crescano e più si riduca la capacità intellettiva di coloro a cui sono intestati. Certo, è innegabile che sia bello per chiunque avere talmente tanto denaro da avere la possibilità fare tutto quello che si vuole, specialmente, poi, quando sei l’uomo più ricco del mondo e vieni messo a capo di un’agenzia federale di uno dei Governi più influenti dell’Occidente. Tuttavia, è sicuramente un po’ più difficile acquistare il buon senso in saldo perché, benché il Dio danaro sia in grado di fare molte cose, non può certamente comprare un cervello e se lo fa, di solito finisce per essere un modello difettoso.

I soldi non comprano la felicità, ma sono sicuramente un ottimo modo per coprire la stupidità – Frank Sinatra

Caro Elon Musk, “‘E figl so’ piezz’ ‘e core“!

L’espressione napoletana “‘E figl so’ piezz’ ‘e core”, celebre modo di dire nostrano che di sicuro qualcuno conoscerà perfino oltreoceano, racchiude in poche parole quella che dovrebbe essere una verità emotiva universale: i figli sono parte del nostro cuore, indivisibili dalla nostra essenza. O perlomeno, è ciò che crede chi di umanità ne conserva ancora un briciolo in questo vasto, vario, variegato e avariato pianeta. Il che, a mio non modesto avviso, equivale a dire la maggior parte della popolazione mondiale fatta eccezione per Musk, le cui vicende familiari denotano un vissuto che pare quasi stridere con la narrazione di uomo di successo, tanto nella vita quanto nel lavoro, che siamo abituati ad ascoltare.

Oltremodo risaputo è, infatti, che President Musk, il primo nella storia statunitense a non essere stato eletto da nessuno pur comportandosi come se fosse lui l’occupante dell’ambitissimo studio ovale, abbia da tempo un rapporto con i figli piuttosto complesso e problematico. Ma d’altronde, si sa, non è raro che personalità così ingombranti, divorate dall’ambizione e dall’immagine che hanno di sé, lascino scie di legami affettivi difficili.

Il caso di Vivian Jenna Wilson

Nello specifico, il più burrascoso è senza ombra di dubbio quello con la figlia transgender Vivian Jenna Wilson, la quale ha addirittura scelto di cambiare nome e tagliare ogni legame con il padre. Come biasimarla? Chiunque di noi, lo credo fortemente, desidererebbe allontanarsi da un padre che preferisce di gran lunga voltarci le spalle e non curarsi minimamente della nostra esistenza al grido di “mio figlio è morto a causa del virus woke“, anziché mettere da parte le proprie riserve e comportarsi da genitore.

Per carità, l’atteggiamento di Elon non dovrebbe stupirci considerando le sue continue dichiarazioni ostili nei confronti della comunità transgender e il fatto che per lui la genitorialità, avendo ben undici figli, sembri essere più una questione di numeri che di affetti. Ma è proprio qui il punto più pericoloso. Essere l’uomo più ricco del pianeta equivale ad esserne anche il più influente, il che lascia parecchio margine di azione per gesti ed esternazioni votate all’emulazione.

Cosa aspettarsi da chi si crede più onnipotente di un dio?

In più, come se non fosse già abbastanza, in alcune dichiarazioni ha persino teorizzato che fare molti figli sia un dovere morale per combattere il grave calo demografico globale. Un’idea che riduce, dunque, l’essere padri e madri ad una sorta di progetto produttivo, neppure se i figli fossero mere unità di output in una catena di montaggio e lui potesse disporre, a proprio piacimento, dell’intero andamento della vita sul pianeta Terra.

A questo punto la domanda che sorge spontanea è: cosa aspettarsi da chi si crede più onnipotente di un dio? Niente di buono. Se poi consideriamo anche il binomio potere-follia di cui lui pare essere ampiamente fornito, il peggio non è ancora arrivato!

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Simone Di Matteo, Latina 25 gennaio 1984. Curatore della DiamonD EditricE, autore, scrittore e illustratore grafico è tra i più giovani editori italiani. I suoi racconti sono presenti in diverse antologie. Molti dei suoi libri invece sono distribuiti all'interno degli istituti scolastici italiani. È noto al grande pubblico non solo esclusivamente per la sua variegata produzione letteraria, ma anche per la sua partecipazione nel 2016 alla V edizione del reality on the road di Rai2 Pechino Express. Consacratosi come Il giustiziere dei Vip, da circa due anni grazie a L’Irriverente, personaggio da lui ideato e suo personale pseudonimo, commenta il mondo della televisione, dei social network e i personaggi che lo popolano, senza alcun timore, con quel pizzico di spietatezza che non guasta mai attraverso le sue rubriche settimanali.

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