È dalla totalità solidale che occorre partire per ottenere, mercé l’analisi, gli elementi che contiene – Ferdinand de Saussure
Durante l’evento inaugurale del secondo mandato presidenziale di Donald Trump, tenutosi lo scorso 20 gennaio 2025 presso la Capital One Arena di Washington D.C., Elon Musk ha suscitato polemiche con un gesto a dir poco controverso. In seguito ad un accorato discorso di ringraziamento agli elettori che hanno votato il neo-eletto candidato repubblicano, infatti, Musk ha portato la mano al petto e successivamente ha esteso il braccio verso il pubblico, un gesto che i più hanno interpretato come un “saluto romano” o un “saluto nazista”. Ma si tratterà realmente di quello che in molti, a ragion veduta, ritengono possa effettivamente essere?
Come analizzare il gesto di Elon Musk?
Il celebre linguista Ferdinand de Saussure, all’interno del suo altrettanto famoso Corso di linguistica generale, sosteneva che per comprendere le singole unità linguistiche (ad esempio, i suoni, le parole o le regole grammaticali), non possiamo considerarle in modo isolato, ma dobbiamo partire dalla “totalità solidale”, ossia dall’intero sistema linguistico, perché ogni elemento acquista significato solo in relazione agli altri. Soltanto considerando il sistema nel suo complesso, dunque, sarebbe possibile scomporlo analiticamente per identificare i suoi elementi costitutivi.
Volendo applicare tale principio alla vicenda che vede protagonista Musk, non ci potremmo “accontentare” di un singolo fotogramma. Una fotografia stampata su un giornale non basta! L’oggetto d’analisi dovrebbe essere necessariamente contestualizzato e prendere in considerazione il videoclip che incorpora quel frame. Insomma, dovremmo seguire un processo deduttivo, non induttivo.
Oltre ad attingere a Saussure, però, che già eleva di parecchio il livello delle argomentazioni, dobbiamo tener presente anche un altro aspetto importante dell’attività semica. A tal proposito, una prospettiva formidabile ci viene offerta da un altro padre della Semiotica, Charles Peirce. Per analizzare un gesto mimico occorre considerare i riferimenti culturali di chi guarda (e interpreta) l’evento comunicativo, cominciando dal “popolo italiano”, per stare larghi.
A prima vista verrebbe da chiedersi perché l’ha fatto oppure se fosse davvero consapevole del significato che si associa ad un gesto del genere. La faccenda, poi, richiederebbe sicuramente un supplemento di riflessione, che per ovvie ragioni rimandiamo ad altri esperti di comunicazione. Limitando il campo d’analisi e combinando briciole di conoscenza di Saussure e Peirce, invece, possiamo intraprendere un semplice percorso logico. Per carità, non è l’unico o il migliore, ma può comunque offrirci un diverso spunto di riflessione.
Un’eco mediatica che ha “oscurato” i provvedimenti di Trump
Come ben sappiamo, la festa di re-insediamento di Trump alla Casa Bianca ha avuto dei toni e dei contenuti molto forti. Sfortunatamente, però, quei messaggi e i provvedimenti presi dal Presidente eletto, gli stessi dei quali forse si dovrebbe parlare e discutere maggiormente, hanno avuto una risonanza decisamente minore rispetto alla parentesi “eloniana”. Difatti, il 47-esimo occupante dello studio ovale ha avviato un cambio di paradigma nella politica, nel cuore dell’impero che necessariamente avrà ripercussioni sulla politica internazionale. Basti pensare alla reintroduzione della pena di morte federale, alla deportazione degli immigrati irregolari oppure allo sblocco dell’invio di 1.200 bombe a Israele per combattere il terrorismo. Tali cambiamenti, reazionari o rivoluzionari che li si voglia considerare (a seconda che si sia estimatori o detrattori della linea politica portata avanti), dovrebbero avere una maggiore risonanza.
Certo, quest’ultima necessita (insieme alle reazioni che ha suscitato), alla luce del periodo storico che stiamo attraversando, necessita di essere dibattuta, ma ci sono anche ulteriori questioni non meritevoli di minore attenzione. Perciò, in definitiva, a cosa alludeva il saluto di Musk? Apologia di un nostalgico fascista? Un saluto romano?
Ma cos’è il Saluto Romano?
Intanto, possiamo tranquillamente riferirci all’inviso “Saluto Romano” come ad un fatto astratto. Il riferimento applicativo in questo caso chiama in causa la teoria del linguaggio di Louis Hjelmslev. In breve, esistono migliaia di persone che hanno fatto il saluto romano, di conseguenza dobbiamo necessariamente riferirci ad un modello di saluto romano per capire se quello fatto da Musk rientra in tale categoria.
È un po’ come suonare una melodia leggendola dal pentagramma: la melodia è astratta, la performance del musicista è concreta. Per accordare al musicista che si è trattato di una buona esecuzione, abbiamo bisogno di fare riferimento ad un’astrazione, che necessariamente è una media pesata delle performance musicali, talune più prestigiose di altre, talune più ascoltate e più celebri di altre. Ed ecco qui che arriva la domanda chiave: possiamo dire con una certa ragionevolezza che Musk è stato autore di un Saluto Romano con la stessa competenza con cui riusciamo confermare che un musicista ha suonato una melodia di Mozart?
Mentre per riconoscere una melodia ci serviamo dell’apparato uditivo (con anche una certa competenza musicale), nel caso in questione dobbiamo servirci in prima battuta degli occhi. Analogamente, per seguire un percorso logico, abbiamo bisogno di attingere a una competenza di riconoscimento visivo del Saluto Romano, per stare sul semplice. Ammettendo la nostra ignoranza, base di partenza per qualsiasi sviluppo, il Saluto Romano come si fa???
Gli esempi nel cinema: Cabiria
Per comprenderlo appieno, diamo un’occhiata al Cinema Made in Italy. Spesso i nostri occhi vengono “istruiti” con il cinema. Allora, cos’è il Saluto Romano?
Il “saluto romano” presente in Cabiria (1914) di Giovanni Pastrone rappresenta uno degli esempi più antichi di questo gesto all’interno della cinematografia Made in Italy. La scena in cui viene eseguito il saluto non ha connotazioni politiche esplicite, ma si inserisce all’interno di un contesto storico e narrativo ispirato all’antica Roma, con una chiara influenza dannunziana.
Il film, ambientato durante la Seconda Guerra Punica, mette in scena grandiose rappresentazioni dell’antichità romana, esaltandone la potenza e il carattere eroico. Il saluto romano, eseguito con il braccio teso verso l’alto, compare in un momento in cui i protagonisti si trovano in contesti militari e cerimoniali, evocando un gesto di deferenza e rispetto. Questo segno viene quindi presentato come una ricostruzione storica ispirata all’iconografia dell’antichità.
La strumentalizzazione
In passato il Saluto Romano è stato percepito come un “mito” del potere dell’Antica Roma ed è stato in più di un’occasione fortemente strumentalizzato. Sebbene il gesto fosse già stato utilizzato in contesti artistici e letterari per evocare il mondo classico, il suo impiego in Cabiria è significativo perché precede la sua adozione ufficiale come simbolo del regime fascista. Mussolini e i suoi gerarchi, infatti, ripresero il gesto come espressione della continuità tra la Roma antica e il nuovo stato totalitario. Alcuni studiosi hanno ipotizzato che proprio la rappresentazione del saluto in Cabiria abbia contribuito alla sua successiva codificazione da parte del fascismo, che ne fece un elemento centrale della propria liturgia politica.
Uno stereotipo di saluto romano è derivato da una somma di performance mimiche che la nostra civiltà ha assimilato nel Novecento. Il riferimento è ovviamente ad almeno un paio di protagonisti nefasti, Mussolini e Hitler.
I casi di Mussolini e Hitler: c’è un legame con Musk?


La questione di verità storica, sollevata da alcuni, anche a ragione, non è rilevante. Ciò che comunemente è conosciuto come “Saluto Romano” è esattamente il prototipo di saluto adottato dai due dittatori menzionati. Ergo, non ha molto senso andare a fare le pulci sul fatto che i due dittatori avessero mal-compreso o strumentalizzato quel gesto per poter identificare il gesto di Elon Musk come “Saluto Romano”.
Possiamo anche osservare, così a occhio, che il salute di Hitler non era identico al saluto di Mussolini, ma che importa?

Restiamo al caso specifico. Il gesto di Musk è “un fatto concreto”, un fatto individuale, per sua natura unico e irripetibile. Continuando l’anatomia di tale comunicazione, dobbiamo investigare e insistere con una certa complessità. In quei pochi istanti dello show vi si trova la combinazione di una enunciazione verbale accompagnata da un linguaggio semiotico non verbale.
Quel gesto è un ‘segno’ che porta con sè un certo messaggio. Quale? Molto probabilmente, siamo nel campo delle ipotesi più o meno plausibili, quello espresso a voce dallo stesso Musk immediatamente dopo il gesto silenzioso: “Il mio cuore è con voi“.
A sostegno dell’interpretazione benevola, attribuendolo a “superficialità e incompetenza” nel comunicare, esistono precedenti in cui Musk ha riconosciuto la propria “ingenuità” in comunicazioni passate, e più precisamente, per sua stessa ammissione, in materia di “antisemitismo”. Egli stesso, il 22 gennaio 2024, ha fatto visita al campo prima di partecipare a una conferenza sull’antisemitismo online organizzata dall’European Jewish Association (EJA) ed è in quell’occasione che ha parlato dei propri passi falsi.
Quello della Capital One Arena sarà un altro di una lunga lista? Sta di fatto che quel gesto, forse, sarebbe stato meglio se se lo fosse risparmiato! E voi, che cosa ne pensate?

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